Appena ieri definiva “fuffa” le notizie che da giorni davano i quotidiani sul suo ingresso nella Giunta capitolina come vice sindaco al posto del dimissionario Luigi Nieri, ma qualcosa o qualcuno nella notte deve avergli fatto cambiare idea perché poco fa il parlamentare del Pd Marco Causi a margine della Federlus (la federazione che raggruppa le Banche di credito cooperativo – Bcc – di Lazio, Umbria e Sardegna) dichiarava alle agenzie «io so quanto scrivono i giornali ma se il sindaco Marino e il Pd me lo chiedono sarei onorato».
PICCOLE DEROGHE – Ieri l’assessore al bilancio di Veltroni dal 2001 al 2008, era caduto dalle nuvole affermando testualmente «Roma? È un argomento che non esiste. Tutta fuffa. Quindi io non parlo della fuffa, parlo delle cose che sto facendo: sto lavorando sulle tabelle Rc auto, quelle per il risarcimento morti e invalidità permanenti. Parlo solo di quello che sto facendo, altrimenti non sarei una persona seria». Vuol dire che lascerà il suo lavoro sulle tabelle Rc auto e tornerà in Campidoglio? L’angoscioso quesito assilla i romani, ma la soluzione del problema è più semplice di quanto si creda perché i parlamentari che dovrebbero lasciare la cadrega per dare una mano a Ignazio potrebbero mantenere il loro seggio con una piccola deroga alla regole interne del Pd. Chissà come la prenderà l’assessore Marta Leonori che la cadrega ha dovuto lasciarla senza se e senza ma.
LE BUONE VECCHIE ABITUDINI – Si prefigura per Causi un doppio, quanto faticoso, lavoro e un escamotage cui già l’amministrazione Alemanno era ricorsa. Infatti per periodi più o meno lunghi la sua giunta si avvalse di parlamentari assessori, in primis quel vice sindaco Cutrufo poi sostituito da Sveva Belviso e ancora Di Leo al bilancio e Antoniozzi al patrimonio. Le buone pratiche non muoiono mai. D’altra parte anche Causi lavorò in quella cabina di regia che redasse il piano di rientro per ottenere da Enrico Letta i 400 milioni del “Salva Roma Ter” con il sostegno di tutti i parlamentari romani rossi, bianchi o neri che fossero.
CAUSI IL “TECNICO” – Lui, Causi, già professore di microeconomia all’università si definisce un “tecnico”, ma non è che lasciò ad Alemanno in eredità un bilancio “tecnicamente” tutto rose e fiori se dovettero intervenire Berlusconi e Tremonti per quel primo Salva Roma che consentì di commissariale un debito del comune di 22 miliardi. Certo, mica tutti accumulati da “Uolter” ma stratificatisi in decenni di finanza disinvolta, che allora le mucche da mungere (non quelle di Buzzi e Carminati) c’erano e le casse delle Stato erano particolarmente generose nei confronti della Capitale. Proprio dal 2008 le polemiche fra il “tecnico” e Alemanno furono all’ordine del giorno giorno per parecchio tempo sino a quando la crisi annegò un po’ tutti.
LA POLITICA CREATIVA – E poi Causi non tornerebbe al bilancio dal quale potrebbe prendere la larga anche l’assessore Silvia Scozzese, ma avrebbe un ruolo più politico, di sostegno (ça va sans dire), nei confronti del povero Marino che così, già mezzo commissariato dal prefetto Gabrielli e dal supervisor del Pd Romano Matteo Orfini, si troverebbe un terzo autorevole counselor per ricondurlo sulla retta via. Staremo a vedere, ma come ben sanno i cittadini indifferenti, la politica è sempre più creativa… quanto meno nel distribuire o inventare le poltrone.
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