Centocinquantacinque ettari di territorio compresi tra il Centro agroalimentare di Roma, il fiume Aniene e la ex statale Tiburtina. È l’area individuata dall’Amministrazione comunale di Guidonia per il nuovo polo industriale tiburtino che verrà. Il nome del “Progetto strategico” con cui il Comune concorre al fine di ottenere i finanziamenti della Ue (fondi Por Fesr 2014-2020) è “Nuovo polo industriale di Guidonia in area produttiva ecologicamente attrezzata”. Si tratterebbe del più grande insediamento industriale della provincia di Roma in un’area dove già coesistono poli di eccellenza come il Car e il Tecnopolo. Ue permettendo, il progetto ha trovato il consenso di amministratori e imprenditori dell’area romana e potrebbe cambiare il futuro di questa porte di territorio.
I NUMERI – Si parla di 320 milioni di euro di investimenti a regime, 840 addetti con forme di occupazione diretta, in gran parte del settore del monitoraggio tecnologico e del trasporto a cui si potrebbero aggiungere più di 3000 unità lavorative nei settori dell’indotto, in particolare nell’ambito della distribuzione fisica. Nessun tipo di finanziamento o cofinanziamento da parte dell’Amministrazione proponente, ma un partenariato pubblico-privato tra i proprietari delle zone oggetto d’intervento (in modo proporzionale alla quota dell’area posseduta rispetto al totale dell’estensione dell’intervento )e le istituzioni coinvolte. Tra gli interventi a beneficio della città sono previsti il recupero del complesso paleocristiano di Santa Sinforosa e la realizzazione degli orti sociali lungo la fascia di rispetto del fiume Aniene. Insomma dopo anni di tentativi falliti, piani di insediamento produttivi diventati cattedrali nel deserto e scontri tra destra e sinistra Guidonia potrebbe fare davvero il grande passo dell’industria.
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