Dopo due anni di serrate e complesse indagini, dalle prime ore dell’alba, i carabinieri del nucleo investigativo di Frascati arrestato nove persone appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, radicata nella città di Roma con basi operative e logistiche nei quartieri di Tor Vergata e Cinecittà.
LE INDAGINI – Le attività sul gruppo criminale hanno avuto inizio nel 2014 quando i militari, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Roma, servendosi dei collaboratori di giustizia, sono giunti a individuare un gruppo criminale ben strutturato il cui vertice, secondo quanto comunicato dai carabinieri, era rappresentato da uno degli uomini di fiducia di Stefano Crescenzi, attualmente in carcere, pregiudicato per reati di tipo associativo riguardanti il traffico di stupefacenti e ritenuto autore di gravi fatti di sangue avvenuti nella periferia di Roma. Le investigazioni svolte, tra indagini tecniche, attività di osservazione e pedinamento, hanno permesso di acquisire dettagliate informazioni sugli appartenenti al sodalizio criminoso, risultato capeggiato da un romano, titolare di un laboratorio per la realizzazione di tatuaggi, arrestato oggi per le attività di narcotraffico. Quest’ultimo, si serviva di quattro persone che svolgevano ruoli apicali nel gruppo. A quanto si è appreso, tutti romani e già gravati da numerosi precedenti penali. L’operazione ha coinvolto oltre cento carabinieri con la collaborazione anche del nucleo cinofili di Roma.
L’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE – Gli indagati disponevano di considerevoli somme di denaro, per acquistare e vendere ingenti quantitativi di stupefacente, prevalentemente cocaina, grazie a un’organizzazione strutturata e consolidata nel tempo. Il canale di approvvigionamento privilegiato era quello campano per un flusso settimanale di ingenti quantità di sostanza stupefacente di ottima qualità che fruttava giornalmente decine di miglia di euro. Il gruppo era strutturato con una “catena di comando” idonea a curare tutte le fasi del traffico di stupefacenti, a partire dall’individuazione dei canali di approvvigionamento sino alla distribuzione al dettaglio, passando attraverso le attività di trasferimento e custodia della droga. Nel corso dell’attività sono emerse anche le condotte spesso violente da parte dei sodali, con il cosiddetto “recupero crediti”, nei confronti degli acquirenti che tardavano nel saldare i debiti per pregresse forniture di droga. A volte, infatti, per consolidare la propria egemonia sul territorio gli indagati si sono resi responsabili di “interventi” anche al di fuori dell’ambito della compravendita di droga, aggredendo soggetti protagonisti di azioni ritenute “insopportabili” nei confronti di amici e conoscenti. Sono state inoltre ritrovate e sequestrate armi, oggetto di precedenti furti, che dimostrano la pericolosità degli indagati. Nello specifico, i carabinieri hanno sequestrato una pistola Beretta calibro 9×21, una Smith & Wesson cal. 357 e numerosi proiettili, il tutto provento di furti in provincia di Roma e nella disponibilità dei vertici del gruppo.
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