Un ponte maledetto, quello Monumentale di Ariccia, tristemente ribattezzato il “Ponte della Morte”. Poche settimane fa una mamma e suo figlio, in preda alla disperazione, si erano gettati di sotto, in un volo di sessanta metri, morendo sfracellati nel sottostante bosco. E ieri sera stava per consumarsi l’ennesima tragedia. Erano circa le 23, infatti, quando un uomo di 45 anni della provincia di Latina, sopraffatto dalla depressione per serie difficoltà economiche, aveva deciso di suicidarsi dal ponte di Ariccia. Un copione già scritto che il caso o, per chi ci crede, il destino, e l’esperienza e la professionalità di due investigatori fuori servizio di Albano Laziale, hanno stravolto completamente.
IL TENTATO SUICIDIO – Stavano tornando da una cena in compagnia di un amico, l’ispettore capo Leo Cianfaglioni e l’assistente capo Alessandro Pucci, quando hanno notato un uomo che, percorrendo a piedi il ponte di Ariccia, mostrava segni di insofferenza. Ricordando altre situazioni simili, i due hanno fermato la propria auto e seguito a distanza il suo comportamento. Poco dopo hanno avuto la conferma dei loro sospetti: l’uomo si è seduto sul muro posto a protezione del ponte con lo sguardo rivolto nel vuoto. Si sono quindi avvicinati, parlando con lui per alcuni minuti, fino a quando, vedendolo scavalcare all’improvviso il muro, pronto a lanciarsi nel vuoto, lo hanno bloccato appena in tempo. Il 45enne, visibilmente fuori di sé, ha tentato di divincolarsi, colpendo più volte con calci e pugni i poliziotti ma, alla fine, ha dovuto desistere. Nel frattempo, altri poliziotti, chiamati da alcuni passanti, sono arrivati sul posto ad aiutare i colleghi. Una volta messo in sicurezza e tranquillizzato, l’uomo è stato portato al commissariato di polizia dove gli è stato offerto da bere e da mangiare. Poi, al termine degli accertamenti, è stato affidato a personale medico.
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