É sempre più probabile la nomina di un commissario per il Giubileo che sicuramente non sarà gradita dal sindaco Ignazio Marino, il quale non vorrebbe privarsi, seppure parzialmente, di competenze e poteri. Questa mattina proprio sulla nomina del commissari quasi all’alba, alle 7 di mattina, si sarebbero incontrati il presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il ministro dell’interno Angelino Alfano per decidere della faccenda.
SABELLA PRO GABRIELLI – Strenua a quanto pare la difesa del sindaco, che ancora questa mattina smentiva le voci ormai diffuse del prefetto Franco Gabrielli a quell’incarico. Ma già nella mattinata si diffondevano dichiarazioni favorevoli alla scelta del prefetto. Come ad esempio quella dell’assessore alla legalità Alfonso Sabella (che ormai interviene in tempo reale su tutto) il quale dichiarava «Poter contare in Campidoglio, per il Giubileo, su una figura come il prefetto Gabrielli sarebbe solo un arricchimento. Sono scelte che spettano al Governo – ha proseguito – ma fatemi manifestare piena stima per il prefetto, una persona straordinaria.» Che buttata lì così è un assist bello e buono. Più cauto, come suo solito, il presidente della Regione Nicola Zingaretti che a margine di una conferenza stampa ha detto ai cronisti presenti: «Questa sarà una scelta che il governo dovrà prendere. Di mio posso dire che sta andando molto bene il lavoro iniziato con il Vaticano. Sulle materie di nostra competenza, come la sanità, lavoriamo in un clima positivo.»
L’APPOGGIO DI PANECALDO – Ma anche all’interno della maggioranza che sostiene il sindaco c’è chi vede con favore la scelta di Gabrielli, come il capogruppo del Pd e coordinatore della maggioranza in Campidoglio Fabrizio Panecaldo, per il quale con una formula in chiaro stile politichese ha detto «il prefetto Gabrielli è una sicurezza lo è anche il sindaco Marino». Affermazione che di per sè già mette in discussione la primazia del Sindaco sul Giubileo. L’impressione generalizzata è che ormai la partita sia chiusa in favore del prefetto che peraltro va via via qualificandosi quale supervisor dei problemi più scottanti della Capitale con il conseguente ridimensionamento della figura del sindaco che non pare godere di tutto quel favore del governo che lui si auto attribuisce. Che poi le dichiarazioni di ‘amorosi sensi’ non gli vengano a mancare da parte del Governo fa parte dei riti della politica, ma resta il fatto che Ignazio è sempre più un sindaco semi-commissariato, ma sino a quando?
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