Stadio Olimpico, il prefetto Gabrielli è per la chiusura totale

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«Io sono per la chiusura totale». Le parole del prefetto Franco Gabrielli a Radio Roma Capitale si riferiscono allo stadio Olimpico. Il problema riguarda sempre la sicurezza e la gestione dell’ordine pubblico e della viabilità.

NON SOLO DERBY – In pratica il prefetto sostiene in questa intervista, in cui si è parlato di tanti argomenti ma anche di calcio, che cambiare l’orario di una partita delicata come il derby non dà più garanzie, e che lui sarebbe per la chiusura totale dello stadio.

La sua è una posizione forte e forse anche provocatoria, anche perchè l’Olimpico (stadio e zona) ha spesso dimostrato nonostante le difficoltà di poter gestire bene alcuni eventi come ad esempio l’atletica o il rugby. Le problematiche maggiori sono state per il calcio e per il tifo violento.

E va considerato che in zona non c’è solo il campo da calcio, ma anche due piscine, campi da tennis e via dicendo. Per cui la zona va comunque sempre tenuta in sicurezza e servita dai mezzi per ogni manifestazione.

SICUREZZA – «Abbiamo il più grande stadio per capienza in Italia (circa 70mila dopo i lavori del ’90, ndr), in un punto che è quanto di più infelice per la gestione dell’ordine pubblico. Ha una parte a ridosso al monte e dall’altra parte impatta con tutti i segni della viabilità» ha spiegato ancora Gabrielli.

Di fatto lo stadio è stato iniziato nel 1927 e terminato nel 1953, poi ha subito una ristrutturazione nel ’90. Ma sicuramente, un po’ come il Flaminio, la posizione non è ideale. Ecco perchè l’idea degli ultimi anni è quella di costruire stadi nuovi, moderni e comunque ai margini della città.

VIABILITÀ – Raggiungere l’Olimpico poi non è mai facile, o ci si va con la macchina e allora trovare parcheggio è una vera e propria impresa, considerando che spesso bisogna andare o molto prima, o comunque lasciare la vettura lontano e andare a piedi. Non c’è una metro o un treno che arriva nei pressi dello stadio, per cui si è costretti ad arrivarci con più mezzi, autobus o tram.

Con queste problematiche (sicurezza, viabilità e strutture nuove) si sposa quindi a perfezione l’idea dell’As Roma ma anche della Ss Lazio di costruire nuovi impianti in zone diverse della città e più ai margini. Ma ovviamente in questi casi sarà fondamentale la costruzione di ampi parcheggi, e di migliorare nettamente la viabilità della zona, ampliare le strade e gli svincoli e far raggiungere le nuove strutture da treni e metro. Insomma un po’ come avviene in tante altre città straniere.

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