Comune di Roma, botte e sediate tra Peciola e Onorato (FOTO)

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«Ormai non è sicuro neanche andare in Campidoglio a rappresentare i cittadini che finisci in ospedale perché aggredito e minacciato. Una volta c’era la sinistra del popolo e degli operai oggi c’è quella dei centri sociali che ti aggredisce se la richiami alle sue responsabilità. Grazie per il mignolo rotto. Povera Roma. Poveri noi. ‪#‎PeciolaVergogna‬». Questo il messaggio scritto su Facebook dal capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato. Secondo fonti di maggioranza e opposizione, durante la riunione sulla questione Multiservizi a porte chiuse, si sarebbero alzati i toni tra lui e il capogruppo Sel, Gianluca Peciola e, dopo un battibecco acceso i due sarebbero venuti alle mani. Il consigliere vendoliano, infine, avrebbe scaraventato la sua sedia addosso ad Onorato che, per “pararla”, si è ferito a un dito ed è stato accompagnato in ospedale. La giornata in Assemblea capitolina non era iniziata nel migliore dei modi: cade il numero legale, salta la seduta e nell’area riservata al pubblico esplode il putiferio.

I FATTI – Tra grida e spintoni i lavoratori della Roma Multiservizi, che da tre giorni sono accampati in presidio continuo in aula Giulio Cesare, hanno cominciato a inveire contro i consiglieri, rei di non essere stati in grado di mantenere il numero per votare una mozione a firma Alessandro Onorato (Lista Marchini) che chiedeva garanzie occupazionali per i lavoratori.

I MALORI – Due lavoratrici sono state colte da malore, alcuni consiglieri hanno provato a spiegare la situazione ma non sono riusciti a placare la rabbia dei dipendenti della municipalizzata, che hanno rovesciato e gettato in terra gran parte delle poltrone che ospitano il pubblico dell’Aula.

SCIOPERO DA GIORNI – Dopo le proteste dello scorso marzo continua il dramma dei lavoratori di Roma Multiservizi: 3500 posti nei settori del verde pubblico, manutenzione, pulizie, mense a servizio della cittadinanza romana sono in bilico a causa delle nuove gare a ribasso messe in piedi dal Comune, che non garantiscono gli attuali lavoratori. I dipendenti in protesta fanno appello al sindaco Marino perché cambi strategia (magari scegliendo di indire una gara di tipo diverso) e non dimentichi le ragioni di persone che lavorano per vivere: “Siamo le vittime del decreto Salva Roma – spiegano in una nota – che sta facendo lacrime e sangue sulle spalle dei lavoratori, e a rimetterci siamo noi che guadagniamo dalle 300 alle 800 euro al mese, stipendi al limite della sopravvivenza e che ogni giorno con professionalità lavoriamo nella pulizia delle scuole comunali e degli asili nido e nel trasporto dei bambini disabili”.

LA RISPOSTA – “Ci siamo sentiti rispondere dal Sindaco Marino e dai suoi Assessori – proseguono – che bisogna fare sacrifici per il Decreto Salva Roma, che l’inserimento della clausola sociale negli appalti è contro la normativa europea del libero mercato. Perché allora invece di consentire che vengano assegnate gare con il massimo ribasso non si tutelano i lavoratori, sapendo che l’azienda vincitrice non sarà in grado di riassorbire i dipendenti ? Perché non si prevede che negli appalti non sia almeno applicato un punteggio più alto alle aziende che assicurano totalmente la riassunzione dei lavoratori? Per questo oggi protestiamo, e chiediamo solo di continuare a lavorare per poche centinaia di euro, i sacrifici del Salva Roma, vengano chiesti a chi prende stipendi con uno zero in più, rispetto ai nostri”.

(foto profilo facebook Onorato)

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