Montesacro, visita di Gabrielli: lavorare sui territori e per priorità

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Prosegue il giro del prefetto Franco Gabrielli nei Municipi di Roma. Il senso di questa pratica innovativa l’ha spiegato lui stesso nel corso dell’incontro con amministratori e comitati al III Municipio. «L’idea di fare questo tipo di viaggi nel territorio – ha detto – deriva dal fatto che con una centralizzazione dei temi della sicurezza si rischia di perdere di vista la specificità dei singoli territori, che hanno bisogno di risposte diverse». L’obiettivo dell’iniziativa è quello di «creare in ogni municipio una sorta di comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.» I tavoli che si costituiranno  dovranno affrontare i problemi guardando sia ai problemi immediati che a quelli di prospettiva.

In particolare «sul tema sicurezza c’è richiesta di risposte immediate ma anche di risposte più strutturate» perché le azioni finalizzate ad attrarre l’interesse dei media «hanno un effetto palliativo e molto limitato» che appare come una critica nient’affatto velata ad un metodo di comunicazione del quale l’amministrazione capitolina pare aver fatto lo sport preferito. Gabrielli sta pensando ad una strategia sulla sicurezza che prevede «una  continuità di azione non eclatante ma che consenta di garantire nel tempo il presidio del territorio». Per questa ragione il prefetto fra un mese e mezzo tornerà nei territori per vedere gli effetti di queste strategie. «Qui ci sono problemi stratificati nel tempo» e siccome il suo metodo «non è un ad effetto, ma un percorso duraturo, bisognerà tarare i giudizi in questa prospettiva». Inoltre visto che non sarà possibile dare risposte a tutti nell’immediato bisognerà  stabilire delle priorità.

«Questa è la coperta e non è destinata ad allargarsi – ha aggiunto – se vi dicessi che siamo in grado di produrre uno sforzo maggiore in termini di unità operative sul territorio, darei un messaggio fuorviante. Quello che ci chiede il Paese è che queste forze vengano utilizzate al meglio.» Al termine del suo intervento Gabrielli ha ascoltato i rappresentati dei comitati di quartiere, le cooperative sociali operanti nel municipio, i parroci delle chiese di zona, i politici locali e i rappresentanti dei commercianti. Tra i temi più discussi, quelli degli insediamenti abusivi lungo le sponde dell’Aniene, dei roghi tossici e della microcriminalità. «Il tema dei roghi – ha risposto il Prefetto- è prioritario e va risolto subito perchè riguarda la salute pubblica e credo che la salute dei cittadini venga prima di ogni altra cosa.»

Rispondendo al rappresentante di un comitato che sottoponeva il problema della movida a Città Giardino, il prefetto ha sottolineato che se c’è «un diritto alla salute c’è anche un diritto alla libera circolazione». «Io distinguerei – ha detto – perchè, sempre nell’ordine delle priorità e nella comprensione di tutti, c’è un abisso tra chi fa schiamazzi e chi produce tossine». Il ragionamento sulla “coperta stretta” di uomini e mezzi indirettamente vuol rispondere a chi come il sindaco o la destra continua ad invocare più agenti e più militari che potranno essere invece venir mobilitati nelle occasioni topiche del Giubileo come d’altronde è avvenuto per l’Expo di Milano. I previsti disordini di via Carducci a Milano dimostrano la difficoltà della prevenzione, ma nella Capitale si gioca la partita ben più importante dei rischi terrorismo dove prevale il lavoro di intelligence e l’intervento di contrasto coordinato. Ascolto, analisi ma soprattutto pianificazione organizzata del lavoro caratterizzano questo Prefetto che dai Servizi e dalla Protezione Civile è sbarcato in una Capitale dove chiacchiere e annunci fanno spesso velo ad una sostanziale incompetenza organizzativa.

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