E’ comodo prendere una delle macchine bianche o rosse che si pagano a tempo: il Car sharing privato, dopo tanti tentativi, ha finalmente conquistato i romani. Ma per quanto la civilissima e internazionale abitudine sia sbarcata nella capitale gli automobilisti l’hanno scambiata per un mezzo “passe-par-tout” che ha “licenza di uccidere” nel traffico.
Così, sfruttando l’idea di libertà propagata dalle stesse amministrazioni che lo promuovono e dalle aziende che offrono il servizio, gli utenti sono spinti a pensare che le macchinine possano andare ovunque e parcheggiare dove si vuole. Ma non è così. E oggi il Giornale in un articolo dettagliato, mostra una dettagliata rassegna delle violazioni: parcheggi in doppia fila e sui posti disabili, transito in corsia preferenziale e nelle zone dove è prevista la pulizia delle strade.
Così chi affitta la macchinino spesso si precipita a parcheggiare, perché ogni minuto in più costa, ma poi la conseguenza è che queste macchine finiscono (anche se per poco) sbattute dove capita. La vera sorpresa però è che il cittadino che si comporta scorrettamente non scarica la responsabilità sull’azienda: l’eventuale multa è a suo carico.
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