Metro C, il teatrino delle polemiche e il futuro senza soldi

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S’inasprisce la polemica  fra l’assessore ai trasporti Guido Improta ed il consorzio Metro C  che si appresta a consegnare le 6 nuove stazioni nella tratta Centocelle-Lodi.  «I finanziamenti arrivano sempre in ritardo» denunciava martedì  il presidente del Consorzio  Franco Cristini. «Ad oggi – aveva detto-  le fatture emesse non pagate ammontano a 132 milioni» aggiungendo che  «ci sono stati degli allungamenti dovuti essenzialmente al fatto che per quest’opera ci sono state delle varianti, 45 in totale e tutte ordinate dall’amministrazione e quindi per fatti indipendenti dalla volontà del costruttore.» Inoltre queste varianti «sono costate poco più di 300 milioni di euro con una significativa incidenza anche sui tempi di realizzazione.»

Non l’aveva presa molto bene Improta che immediatamente replicava  «spiace constatare che il Consorzio Metro C è tornato a comunicare in modo polemico e ambiguo» senza spiegare  quelle varianti non sono da imputare alla amministrazione Marino ma a quelle precedenti. E aggiungeva «Opere complesse come la linea C non possono essere pagate a piè di lista come se fossero un rimborso spese.» La questione è pesante perché secondo il radicale Riccardo Magi, facendo due righe di conto, sino ad oggi sono occorsi 2 miliardi per arrivare a S. Giovanni a cui bisogna sommare poco meno di 1 miliardo per arrivare al Colosseo, da qui a piazza Venezia vanno aggiunti tra i 140 e 300 milioni. Per non parlare del prolungamento  da Venezia a Ottaviano che costerebbe altri 1,3 miliardi e che, salvo un miracolo, rimane un sogno nel cassetto nonostante gli annunci di sindaco e assessore. Ma è quel rimborso a piè di lista che non è proprio piaciuto ai costruttori i quali  non hanno alcuna intenzione di starsene zitti e poco fa scrivevano in una nota.

«Metro C non rivendica alcun ”rimborso a piè di lista” dei lavori eseguiti. Rivendica solo il pagamento di somme dovute relative a prestazioni e lavori eseguiti inerenti il contratto e ricompresi nel quadro economico dell’opera approvato dal Cipe nella seduta del 1 agosto 2014.» Questo significa che al momento le imprese sono esposte  per  circa 200 milioni che il consorzio ha potuto affrontare «solo perché costituita da soci di rilevanza internazionale e di grande solidità (finanziaria ndr).» Per di più le ’45 varianti, relative al periodo 2007-2013 «sono state tutte ordinate dal committente che, per legge, è rappresentato dal Soggetto aggiudicatore Roma Metropolitane, unica controparte contrattuale di Metro C. .»

Nè spetta ai costruttori esprimere giudizi politici su questo o su quello. Morale, per il prolungamento a Piazza Venezia se ne parla solo quando arriveranno i soldi che mancano. Quindi, visto che Governo e Regione Lazio e Comune di Roma convengono sul carattere strategico dell’opera, qualcuno metta mano al portafoglio e de corsa. Questa la vulgata con l’aggravante che i Comune si è già trovato in serio imbarazzo  nell’autunno del 2013 con gli operai dei cantieri sotto il Campidoglio ed i lavori bloccati. Siamo certi che il teatrino si ripeterà perché il coltello dalla parte del manico ce l’hanno ancora i costruttori.

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