Era stato già annunciato nell’aprile dello scorso anno un piano per la sicurezza di Roma proprio dallo stesso ministro dell’interno Angelino Alfano, oggi ne è stato riproposto un altro aggiornato nel corso della riunione del Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza di Roma. Probabilmente per il prefetto Giuseppe Pecoraro sarà l’ultima riunione del Comitato perché, come annunciato dal ministro, dal primo aprile andrà in pensione dopo essere stato nominato nel novembre del 2008 quasi a ridosso dall’elezione di Alemanno a sindaco di Roma. Che poi sia sempre andato d’accordo con Ignazio Marino è tutto da dimostrare, ma resta il fatto che chiude la sua esperienza romana con gli apprezzamenti di Alfano.
SICUREZZA E MANIFESTAZIONI – Ovviamente quando si parla della sicurezza di Roma non può mancare il riferimento alle continue manifestazioni che attraversano e talora devastano pezzi di città (nell’arco di soli due anni ce ne sono state ben 2.000). Ma sul tema dei cortei, ha detto il ministro «non è possibile reprimere il numero delle proteste perché è un diritto della Costituzione, ma si può lavorare sul tema dei percorsi» magari deviandoli dal centro storico. Ipotesi non nuova sulla quale non sono tuttavia emerse indicazioni concrete. Resta il dato riferito dal questore Nicolò D’Angelo dal quale risulta che in un anno sono stati impegnati 13.681 uomini soltanto per i servizi di ordine pubblico su tutta la città. La vera novità sarà l’arrivo dei 500 militari che presidieranno i punti strategici e più rappresentativi del centro storico consentendo di liberare uomini da destinarsi alle periferie «in sofferenza.»
VIDEOSORVEGLIANZA PIU’ DIFFUSA – Il sindaco ha poi riferito che si è parlato anche di un sistema di videosorveglianza diffuso in tutta la città, mentre il Comune ha stanziato 47 milioni per sostituire 198mila punti luce e con altri 28 milioni questi si potrebbero accompagnare con impianti wi-fi e sistemi di videosorveglianza. Nel frattempo Roma Capitale mette a disposizione delle forze dell’ordine 9 edifici garantendo dei risparmi al ministero dell’Interno. Fra i dati illustrati nel corso della riunione del Comitato colpisce il rapporto tra agenti delle forze dell’ordine in Centro e nel resto della città: in Centro con 180mila abitanti il rapporto è di 1 a 250, nelle periferie con 2,6 milioni di persone è di 1 a 2.500.
POCHI MILITARI IN PERIFERIA – Ci risulta che le stesso dato corrisponda a quello fornito dall’autorità proprio lo scorso aprile. Possibile che da allora non sia cambiato nulla? Ed in concreto, con l’arrivo dei militari come si modificherà questo rapporto? Sempre lo scorso aprile si era parlato di concentrare la Polizia di Stato in centro ed i carabinieri nelle periferie, è ancora valida questa proposta? Verranno poi potenziati distaccamenti e commissariati nella periferia estrema? Forse si attende l’arrivo delle mimetiche per dare qualche risposta più precisa. Apprendiamo inoltre dalle agenzie che ci sarà «un aggiornamento della mappatura degli obiettivi sensibili capitolini. Lo stanno svolgendo gli agenti del commissariati della capitale sulla base di una circolare emessa dalla Questura in seguito all’attentato al giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi. Chiese, moschee, sinagoghe, ambasciate, scuole, residenze di persone potenzialmente a rischio, sono al centro dell’aggiornamento su cui sono al lavoro gli investigatori. A quanto si è appreso, si tratta di un’operazione che viene svolta periodicamente, ma stante la maggiore attenzione dedicata in questo periodo al tema terrorismo – tema al centro anche del comitato per l’ordine e sicurezza svoltosi questa mattina in Prefettura alla presenza del ministro Angelino Alfano, del prefetto Giuseppe Pecoraro, del Questore Niccolò D’Angelo e del sindaco Ignazio Marino – si è ritenuto necessario e utile svolgerla proprio in queste settimane. L’ultima circolare è stata inviata ai commissariati lo scorso 27 febbraio e dà tempo fino al 6 marzo per completare la mappatura degli obiettivi sensibili».
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