Dopo il disastro ambientale, il gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca, ha disposto il sequestro dell’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino che ha procurato danni ambientali per lo sversamento di kerosene, “finchè non saranno installati adeguati sistemi di controllo atti ad impedire ulteriori reati”.
L’INQUINAMENTO – A novembre, infatti, l’oleodotto era stato oggetto di alcuni furti e dopo prelievi e accertamenti tecnici effettuati anche dall’Arpa Lazio erano stati evidenziati sversamenti di kerosene su terreni ed acque superficiali a Palidoro e Maccarese, nel comune di Fiumicino, con conseguente moria di pesci, uccelli e mammiferi acquatici. Danni che hanno colpito l’ambiente. Secondo le prime stime del tutto provvisorie fornite dall’Eni – spiega il sito Green Me – si parla di circa 30 tonnellate di cherosene sversati a seguito di furti sulla condotta. Dopo aver rimediato all’emergenza sono partite le opere di bonifica ovviamente tutte a carico dell’Eni, proprietaria della struttura stessa. Davanti però alle ripetute ruberie il gip Marasca ha optato oggi per i sigilli dell’oleodotto. Il sequestro è stato effettuato dai carabinieri del Noe al termine dell’indagine avviata dal procuratore di Civitavecchia, Gianfranco Amendola. Il procedimento al momento è contro ignoti. I prelievi e gli accertamenti tecnici, effettuati tra gli altri anche dall’Arpa Lazio, hanno evidenziato sversamenti di cherosene su terreni ed acque superficiali a Palidoro e Maccarese, nel comune di Fiumicino, con conseguente moria di pesci, uccelli e mammiferi acquatici.