A trent’anni dalla sua scomparsa, Eduardo De Filippo viene ricordato attraverso il lavoro del regista campano Antonio Latella che, dal 3 dicembre al 1 gennaio, in prima nazionale, porta in scena al teatro Argentina di Roma un classico, il capolavoro di “amarezza dolorosa”, “Natale in casa Cupiello”.
LO SPETTACOLO – L’impostazione del lavoro ha un suo filo conduttore, nello studio e nel confronto con la tradizione: il testo di Eduardo resta quello canonico, mentre la drammaturgia “visiva” si focalizza su quel Presepe, ossessione di Luca Cupiello, che chiudeva allusivamente C’è del pianto in queste lacrime, esplorazione del regista e della drammaturga Linda Dalisi, nel mondo della sceneggiata napoletana. Il Presepe è corpo, voce, parola, sguardo, è l’animale chiuso in ogni personaggio, è il dono che ogni personaggio porta al suo Creatore. Eduardo rifiutava l’appellativo di “napoletano” che spesso attribuivano al suo teatro, ci teneva a sottolineare di essere un drammaturgo italiano ed è in effetti uno dei più grandi del teatro italiano del Novecento.
Domina e sottende Natale in casa Cupiello, la ricerca continua di Eduardo di un dialogo tra lingua italiana e napoletana, non dimenticando mai il confronto tra tradizione e riforma, radici e trasformazione, origini e innovazione.
IL COMMENTO DEL REGISTA – “La stella cometa non porta nessuna buona notizia, non mi interessano i buoni sentimenti. Luca Cupiello insegue la stella come le pale di un mulino a vento. Lievita in assenza di concretezza e si riduce ad un dolore fasciato di pelle e ossa; un pater fuori ruolo che parla un’altra lingua e si muove in un altro modo – spiega Latella – La stella cometa illumina un presepe dietro il quale abbiamo messo tutto quello che non vogliamo vedere o che non vogliamo accettare, mentre arrivano le feste. La famiglia e le sue relazioni interne. La casa e gli equilibri che governa. Il carrozzone da trainare per un’altra madre coraggio. Quello che i genitori vogliono e quello che i figli fanno, le aspirazioni degli uni e la libertà degli altri, come si dovrebbe essere e come si vuole apparire; vuoti di senso sempre più difficili da colmare che diventano risacche di risentimento, di odio, di un perbenismo formale diventato un abito troppo stretto per le emozioni e i sentimenti. E poi i parenti, i vicini, gli altri. Generazioni si avvicendano e sono portatrici di valori diversi, distanti, inconciliabili, dagli esiti imprevedibili. Sguardi pronti a diventare giudizi e a indurci in comportamenti che qualcuno ha assunto come adeguati. Tutti sono immersi in un rituale funebre di interessi e di apparenze. Tutti sono schiavi di un dedalo di aspettative scontate, immobili come i personaggi del presepe ma non ci sono nascite in vista”.
Location: Teatro Argentina
Data: dal 3 dicembre al 1 gennaio 2014
Orario: mar e ven ore 21; mer e sab ore 19.00; gio e dom ore 17
Costo: da 13,20 a 31,90 euro
Indirizzo: Largo di Torre Argentina, Roma
Info: 06.684000311 – www.teatrodiroma.net
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