E’ ormai insopportabile lo stato di degrado che documentiamo con questa fotogallery di via della Stazione Tuscolana, la strada che da piazza Ragusa costeggia la linea ferroviaria.
IL DEGRADO – Una serie di fabbricati un tempo forse sede di officine oggi completamente abbandonati, rifugio ormai di una popolazione di homeless, prevalentemente di colore, che di notte ci vive. Una proprietà pubblica, probabilmente delle Ferrovie, in completo stato di abbandono ed una strada che detiene il record per i furti di auto che su quella strada parcheggiano. Non è infrequente vedere soggetti in stato di ubriachezza che vi stazionano mentre meno frequente è, soprattutto di notte, vedervi transitare gazzelle e pantere delle forze dell’ordine cui pure la situazione è ben nota. Sul lato sinistra venendo da piazza Ragusa la strada è fronteggiata dall’istituto scolastico san Antonio Maria Gianelli ma di lì in poi oltre ad un edificio della Telecom sul lato destro consistono condomini fittamente popolati. Se alla situazione dell’area che fiancheggi la ferrovia si aggiunge l’abbandono della rimessa Atac di piazza Ragusa abbandonata da anni e bloccata per ogni progetto di rigenerazione, se ne ricava un quadro desolante non di una periferia estrema, ma di una zona prossima a San Giovanni.
LA STAZIONE – La stessa stazione Tuscolana al calar della sera ospita all’esterno gruppi di stranieri che vi bivaccano permanentemente in stato di ebrezza rendendo insicuro quel nodo ferroviario strategico soprattutto di notte. I comitati sempre solerti nel trovare il ben che minimo pelo nell’uovo quando si abbatte un alberello, restano silenti come la presidente del municipio in quota Sel Susi Fantino dalle rigorose convinzioni ambientaliste. Appena due anni fa Gianni Alemanno ebbe l’ardire di inaugurare una ‘Nuova (sic) piazza Ragusa’ semplicemente per avervi sistemato un po’ di aiuole cintandole, ma che oggi rimangono nel consueto abbandono. Un intreccio di fattori: degrado, abbandono, insicurezza che purtroppo sono ormai frequenti nella Capitale che del centro vuol fare ‘vetrina’ mentre appena fuori dalle mura aureliane ed entro la cinta ferroviaria resta l’anticamera degradata delle periferie allo sfascio.
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