Siamo nel 2014, l’era dei social network, l’era in cui di segreti ce ne sono pochi, e i giocatori e i tifosi si rispondono a colpi di tweet, e le parole una volta “impronunciabili” ora fanno parte del linguaggio quotidiano.
Non vogliamo essere bacchettoni, ma da giocatori di un certo livello, presi ad esempio da tanti ragazzini, ci aspettiamo un comportamento un po’ diverso. Insomma il galateo, il bon ton e l’educazione sono davvero così sconosciuti?
ANCORA LUI – Torna di nuovo a far parlare di sè ma non per questioni di campo, Radja Nainggolan in polemica ancora una volta con i tifosi, questa volta della Juventus. Il giocatore giallorosso aveva scritto dopo il match con il Bayern un tweet in cui diceva: «Oltre i risultati del Bayern penso che essere secondi in questo girone è già tanto. Niente e impossibile. Daje!!! Vediamo le cose positive».
Da qui si è scatenata una polemica con uno juventino che lo ha definito «simulatore m..» riferendosi al contatto con Neuer, ma lo stesso Nainggolan aveva detto che nell’azione non c’era fallo da rigore. Radja ha provato a non rispondere, ma alle insistenze del bianconere che gli ricordava le “3 pere” del campionato lui ha scritto «io ricordo tre pere marce».
E poi avanti a parlare di rigori: «qui non te li regalano come in Italia» al suo «ne sai qualcosa?», fino a questa mattina quando Nainggolan ha riportato la frase di un tifoso del Napoli che invitava tutti a rivolgersi ai giocatori delle proprie squadre e non «rompere le scatole agli altri». Vero, ma anche Nainggolan dovrebbe imparare a stare alla larga dalle provocazioni, non è la prima volta che cade in questi tranelli.
L’USCITA DI ITURBE – Insomma il fair play manca in campo, in tribuna e in certi casi come questo anche sui social. Non è stata proprio elegante neanche l’uscita di Juan Manuel Iturbe che a Roma Radio ha detto: «Non mi considero ancora un campione. Le mie qualità? Adesso? Una… pippa!».
Certo non proprio il massimo poi il concetto spiegato è che «qui ci sono giocatori che hanno vinto e sanno come vincere. E c’è un allenatore che capisce molto di calcio. Io ancora non ho avuto la possibilità di dare il meglio, posso fare di più». Il giocatore ha anche ammesso di ricevere molte botte, è veloce e i difensori lo stendono. E lui ammette candidamente: «Adesso mi sono adeguato, ora che mi sono fatto male: ho pensato che anche io devo dare delle botte». Occhio a chi lo incontra sul prato verde.
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