Dopo il forno che caccia i rom al Tuscolano, arrivano anche i locali e i centri sportivi che non vogliono chi ha i tatuaggi ed è di destra. Sembra diventata quasi una moda quella di escludere dai luoghi pubblici normali cittadini solo per le proprie idee e l’aspetto.
ALL REDS CONTRO CHI È DI DESTRA – Sta facendo il giro del web la polemica tra gli All Reds, squadra che gioca con il marchio dell’Associazione Nazionale Partigiani (Anpi) sulla maglia nella serie C di rugby e un ragazzo di 33 anni a cui è stato impedito l’ingresso in quanto ritenuto aderente al centro sociale Foro 753. Gli All Reds sul loro sito internet hanno dato una versione diversa: «Domenica in occasione della partita All Reds-Corsari alcune persone, all’esterno del nostro impianto di gioco, hanno impedito a un giocatore dei Corsari di avvicinarsi all’impianto stesso. Rendendoci conto della situazione di difficoltà nella quale la squadra dei Corsari si stava venendo a trovare, noi degli All Reds Rugby Roma abbiamo deciso da subito di ritirarci dalla partita e, come la società dei Corsari stessa potrà confermare, dare la vittoria agli avversari. Nel rispetto della Federazione e del Comitato Laziale Rugby – si legge online – avevamo scelto di non esprimerci pubblicamente sull’accaduto ma siamo stati chiamati in causa da più parti e abbiamo voluto precisare l’accaduto. Ora attendiamo le decisioni del giudice sportivo», conclude la nota degli All Reds Rugby Roma.
IL LOCALE CHE NON VUOLE I TATUAGGI – Pare che a Roma sarebbe nato il primo locale nel quale il proprietario vieta l’ingresso a chi è “portatore di tatuaggio”. Siamo a Testaccio e qui un gestore avrebbe messo dei butta fuori alla porta che controlleranno i clienti per verificare se hanno tatuaggi evidenti o nascosti.
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