Esuberi al comune di Roma: in vista 4000 prepensionamenti?

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Domani la ministra la semplificazione amministrativa Marianna Madia parteciperà alla riunione della cabina di regia che il sindaco ha istituito per varare entro 90 giorni (anche se Marino ne preferirebbe 120) quel piano di rientro triennale previsto dal decreto salva Roma ter. Un piano quasi contestuale al bilancio capitolino di previsione per il 2014 che comporterà inevitabili tagli e ridimensionamenti. Come scrivevamo una delle ipotesi, accolta con immediato entusiasmo dalla giovane ministra, riguarda la possibilità di spostare i dipendenti delle municipalizzate da una all’altra secondo le necessità.

POSSIBILE PREPENSIONAMENTO PER 4000 – Ma c’è in ballo anche un problema di esuberi del  personale del Campidoglio cui Marino tenterebbe di provvedere con un pre- pensionamento di massa. Lo anticipa questa mattina il Messaggero parlando di un risparmio di 160 milioni di euro grazie al pre-pensionamento di 4.000 dipendenti. Operazione improbabile perché si dovrebbe derogare alla legge Fornero sulle pensioni. Il sindaco fa notare che «si tratta di un emendamento che è stato chiesto dall’Anci (associazione dei Comuni) già nella legge di stabilità. E prevedeva per i grandi Comuni che hanno migliaia di dipendenti la possibilità di ritornare alla normativa pre-Fornero». Al di là delle prevedibili resistenze di governo e parlamento su tale deroga (come su tutte le altre chieste da Marino) resta il riconoscimento implicito degli esuberi di personale sia nell’Amministrazione che nelle municipalizzate. Il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio Claudio Di Berardino faceva sapere a Cinque Quotidiano che su queste ipotesi il sindacato non è stato informato nemmeno informalmente. Anche se la Cgil è disposta a discutere e condividere le scelte che con il bilancio e dal piano di rientro, determineranno futuro della città.

NON C’È LA CONCERTAZIONE TRA LE PRIORITÀ DI MARINO – Solo che la concertazione (se non a posteriori) non pare fra le priorità di Ignazio Marino che mira al sostegno diretto del Governo apparentemente avvalorato dalle dichiarazioni di Marianna Madia. Forse un modo per adeguarsi alle posizioni di Renzi che nella concertazione vede “la palude”. Palude o meno venerdì scorso imprenditori delle costruzioni, sindacati e categorie professionali hanno battuto un colpo di cannone perché Marino cambi di passo e alla svelta. Nel frattempo il sindaco va chiedendo molte deroghe al patto di stabilità battendo il tasto sulle prerogative che ha la Capitale. Una linea che ha recentemente suscitato le perplessità del sottosegretario Giovanni Legnini, che pure ha seguito passo passo l’elaborazione dei 3 decreti salva Roma. Non a caso al seminario del Pd aveva invitato a smorzare gli entusiasmi e a moderare le richieste perché i finanziamenti del Governo già esistono, non ultimi i 300 milioni annui che il Governo eroga per la restituzione del debito commissariato.

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