Poche ore fa alla Pisana il Consiglio ha approvato la legge regionale sull’acqua pubblica. Il testo di iniziativa popolare promosso dal Comune di Corchiano (in provincia di Viterbo) è stato approvato all’unanimità dalla Pisana con 32 voti tra gli applausi degli esponenti dei comitati presenti. La legge, anche in ossequio alla volontà popolare espressa nel referendum del 2011, prevede di «favorire le condizioni per la definizione e lo sviluppo di un governo pubblico e partecipativo dell’intero ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale.»
ACQUA BENE COMUNE – Diverse le novità introdotte dalla norma. Innanzitutto, l’acqua viene definito “bene comune”, un diritto universale e un servizio di interesse generale che (secondo quanto ha stabilito l’Ue) può essere gestito al di fuori della concorrenza attribuendo ai Comuni un ruolo determinante. Comuni e cittadini potranno inoltre partecipare svolgendo un ruolo di controllo sulla gestione del patrimonio idrico «nel rispetto dei principi costituzionali, degli esiti referendari e della legislazione statale vigente» e «senza finalità lucrative» ma con l”obiettivo del pareggio di bilancio.
UN FONDO DI 60 MILIONI – Il testo istituisce il «fondo regionale per la ri-pubblicizzazione» dell’acqua che verrà finanziato con circa 60 milioni di euro già iscritti a bilancio a partire dal 2015. Da questo fondo potranno attingere i Comuni per gestire eventualmente il servizio costituendo consorzi o aziende speciali. Entro sei mesi dall’approvazione della legge, la Regione individuerà gli ambiti di bacino idrografico per costituire le relative autorità e disciplinare«le forme e i modi di cooperazione fra gli enti locali e l’organizzazione e la gestione del servizio pubblico integrato.» Entro lo stesso termine la Regione definirà forme e modalità per assicurare il diritto a forme di partecipazione dei cittadini sulla «pianificazione, programmazione e gestione ai lavoratori del servizio idrico integrato e agli abitanti del territorio, e inoltre definirà anche la Carta regionale del servizio idrico.» E’ stato poi introdotto un articolo a tutela di tutte quelle situazioni (tra cui Civitavecchia e Rieti) che al momento non appartengono ad alcuna autorità di ambito salvando quelle gestioni provvisorie per sei mesi.
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