A una settimana dalla chiusura di Malagrotta il dibattito in Consiglio regionale straordinario di lunedì mattina si è infiammato nell’aula della Pisana (per la verità un po’ vuota rispetto all’importanza dell’argomento) con una quindicina o poco più di presenti, quasi tutti iscritti a parlare. La seduta, la prima della nuova stagione dopo quella del 30 luglio scorso (dove già non erano mancate le polemiche per lo scarso confronto sul tema) ha mostrato tutte le tensioni di queste settimane, le accuse e le reciproche incomprensioni tra maggioranza e opposizione sul tema della gestione dei rifiuti. Mentre le polemiche in strada non accennano a placarsi, con le manifestazioni che lunedì sono arrivate fino alla sede del Consiglio regionale alla Pisana (foto), in aula il presidente Zingaretti ha voluto dare con la sua relazione il segnale di un impegno preso chiaramente: «Dal modello dei piccoli siti che accolgono solo materiale trattato non si torna indietro. Basta megadiscariche. Ma smettiamola di agitare paure. Non ci sarà mai una nuova Malagrotta. Chi lo dice, dice bugie per cavalcare il populismo». «La discarica di Falcognana – ha detto Zingaretti con le sue 300 tonnellate al giorno di materiale trattato, grazie anche al bando promosso da Ama, semplicemente aiuterà Roma a superare l’emergenza per avviare finalmente la chiusura della più grande discarica di Europa». Si userà via di Porta Medaglia e passeranno solo 12 camion al giorno, per un totale di 300 tonnellate di rifiuti. Sulla questione del rischio sanitario ha poi spiegato: «Non c’è alcun pericolo per la salute, quello di Falcognana si prefigura come un piccolo sito di servizio e poi c’è l’impegno del Comune di Roma di promuovere attraverso un bando l’esportazione di materiali fuori dai confini della regione». Il presidente ha poi ribadito che «visto il grado di disaffezione e non fiducia dei cittadini verso le istituzioni, propongo di nuovo la costituzione di un comitato, composto dal Municipio e dei comitati di Falcognana per la verifica della gestione di tutte le fasi del sito. Perché è vero che dobbiamo portare trasparenza per sconfiggere la paura, perché ritengo il confronto e la vigilanza dei cittadini risorse preziose nel miglioramento dell’azione di governo». Zingaretti ha infine ricordato, per l’area di Malagrotta, l’avvio di un percorso che porterà alla riforestazione con la piantumazione in prospettiva di ben 300mila nuovi alberi e la creazione di un grande parco con l’investimento di almeno 10 milioni di euro. L’opposizione è intervenuta con toni forti e particolarmente polemici sul tema, sottolineando il “silenzio” delle istituzioni e la convocazione del Consiglio solo alla fine del mese di settembre. Con il capogruppo Gramazio il Pdl ha lamentato una situazione di incertezza sul fronte delle cifre che riguarderebbero la produzione di rifiuti che arriverà a Falcognana, anche rispetto ai tempi promessi di apertura dell’impianto. Rimproverando inoltre alla maggioranza della Regione e agli assessori del comune di Roma la quantità di dichiarazioni e “versioni” diverse e ribadendo la contrarietà alla discarica di Malagrotta. Anche l’ex presidente Francesco Storace, leader della Destra, ha puntato il dito direttamente contro il presidente Zingaretti definendo la sua relazione “tardiva” e chiamando in causa anche l’assessore ai rifiuti Civita sul mancato confronto avuto sul tema fino ad oggi riguardo la scelta del sito di Falcognana. L’ex assessore della giunta Polverini Pietro Di Paolo si è poi detto fortemente scettico sull’impianto di Falcognana, chiedendo chiarezza sul fatto che l’impianto sia davvero provvisorio e sottolineando l’assoluta incertezza sull’assetto definitivo della gestione dei rifiuti nel Lazio. La “Cinque Stelle” Silvana De Nicolò ha ribadito l’assoluta contrarietà alle discariche, ricordando che “il sito perfetto non esiste” e sottolineando «l’assoluta mancanza di un piano di ampio respiro». Interventi di segno ovviamente diverso sono arrivati anche dai gruppi che sostengono la maggioranza, con Valentini (Per il Lazio) la situazione delineata dalla Regione offre la «speranza di poter chiudere il ciclo dei rifiuti» dopo trentacinque anni di difficoltà di un’area come quella di Malagrotta, mentre la consigliera Cristiana Avenali ha sottolineato l’arrivo di decisioni, di «scelte importanti e difficili, segno di un nuovo indirizzo, nonostante si decida di fare una nuova discarica», da parte di questa Regione e ha chiesto maggiore «partecipazione e controllo dei cittadini» per garantire tempi certi sull’utilizzo di Falcognana e sul futuro dei rifiuti di Roma. Intanto nel piazzale antistante il Consiglio regionale in mattinata si sono ritrovati per l’ennesima protesta i rappresentanti dei comitati del comune di Marino, di “Trigoria Laurentes”, di “Cuore Tricolore” e i membri del “Presidio No Discarica”, il “Consorzio Canestrini” e l'”infopoint del Divino Amore”. Una delegazione ha assistito alla riunione, mentre nel piazzale con banchetti di prodotti tipici, striscioni e slogan si è voluto sottolineare ancora una volta il delicato equilibrio territoriale nel quale la nuova discarica sta per inserirsi.
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