E' ormai una vera e propria battaglia quella che si gioca tra istituzioni e comunità rom e sinti della capitale. Oggi venti agenti del Gruppo sicurezza pubblica ed emergenziale sono stati impegnati in una serie di sgomberi in varie zone di Roma. I vigili, diretti dal vicecomandante Antonio Di Maggio, hanno liberato un casale di proprietà privata a Primavalle in via Lucio II. L'immobile era stato occupato da circa venti persone, presumibilmente di nazionalità romena, che alla vista degli agenti si sono dati alla fuga. Tutte le suppellettili sono state rimosse e il legittimo proprietario, che aveva sporto denuncia direttamente ai vigili, è rientrato in possesso del fabbricato. I controlli sono poi proseguiti alla stazione Tiburtina presso l'ex centro ittiologico già sgomberato qualche mese fa. Almeno dieci persone vi si erano reinsediate dopo aver forzato le finestre sigillate nel precedente intervento.
L'operazione si sta concludendo in via della Martora, dove quaranta nomadi di etnia serba, gia'' sgomberati la scorsa settimana dall''insediamento abusivo di via Salviati, hanno occupato una vasta area con tende e bivacchi. Durante i controlli due occupanti, un uomo e una donna, hanno opposto resistenza al personale operante, e per questo sono stati arrestati. Tutti gli adulti saranno denunciati per l'occupazione abusiva e visto che sono senza documenti di identita'' saranno accompagnati presso via Patini per il fotosegnalamento.
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Secondo l'Associazione 21 Luglio sarebbe stata usata «violenza». «E' nata una colluttazione – si legge in un post su Facebook – a seguito della minaccia di sottrazione dei minori. Tutti i rom sono stati denunciati e alcune donne riferiscono di aver subito maltrattamenti».
Sul tema dei diritti intanto Massimo Converso, presidente dell'Opera Nomadi, si dice critico verso le proposte di legge per la tutela delle minoranze rom e sinti, avanzate dall'' Associazione 21 luglio e Commissione diritti umani del Senato. «L'ennesima proposta di legge discriminatoria malgrado leintenzioni totalmente differenti – dice. Queste proposte di legge, spostano la questione sull''aspetto etnico, mentre la principale preoccupazione di 70 mila Rom/Sinti già cittadini italiani è quella del diritto costituzionale al lavoro piuttosto che quella di farsi riconoscere come minoranza».
cs