«L’impegno della Giunta sui tempi di attesa nei servizi sanitari va accompagnato con determinazione. Nessun cittadino deve più sentirsi rispondere con frasi del tipo: ‘se ne parla il mese prossimo’ perché nel frattempo le liste sono chiuse». A parlare è Teresa Petrangolini, membro della Commissione Salute e Politiche sociali del Consiglio regionale.
Secondo la consigliera del gruppo ‘Per il Lazio’, con il piano regionale varato da Zingaretti potrebbero cambiare molte cose: «In primo luogo – spiega – l’impegno di raggiungere un livello standard delle prestazioni nei servizi sanitari è una priorità indispensabile per evitare che il cittadino sia dirottato dalle strutture istituzionali all’attività libero professionale con il conseguente aggravio di costi. Inoltre, con il rafforzamento del Recup si potrà miscelare meglio pubblico e privato per offrire un servizio migliore».
«Anche lo sforzo sugli orari di apertura – continua Petrangolini – va condotto fino in fondo: perché un’ecografia o una TAC non si potrebbero fare alle 8 di sera come in Francia? Nella sanità pubblica c’è un cattivo uso non solo delle risorse finanziarie, ma anche delle risorse umane. E’ vero che le difficoltà sono tante, a partire dal blocco del turn over, ma lo sforzo di tutto il personale e il suo miglior uso saranno cruciali per migliorare il servizio. Infine – conclude la consigliera segretaria dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio – tutto potrà funzionare meglio se aumenterà l’informazione verso il cittadino. Accedere alle informazioni necessarie per districarsi tra i servizi offerti, infatti, è l’unica garanzia per il cittadino che le regole siano rispettate. E’ uno scandalo che il Policlinico Umberto I, per esempio, gestisca direttamente l’80% dell’agenda di prenotazione con il conseguente aggravio di opacità e inefficienza. La trasparenza, pertanto, non riguarda solo l’uso delle risorse, ma anche il funzionamento dei servizi: solo così potremo garantire che tutti, dagli amministratori agli operatori, facciano bene il loro dovere».