Un esercito di 10mila persone a Roma e nel Lazio: è questo il popolo dei precari della pubblica amministrazione che dopo il decreto estivo del governo per l'avvio delle stabilizzazioni darà il via giovedì mattina a Roma all'autunno delle manifestazioni. Con un presidio davanti al ministero di Via Veneto i lavoratori precari guidati dal sindacato Usb chiederanno una vera stabilizzazione e più sicurezze per il futuro insieme agli Lsu laziali e campani, nonostante il momento di affanno per tutto il comparto pubblico, tra blocco del turn over e mancanza di fondi.
«I lavoratori contestano il recente decreto – lamenta Usb – che confina le stabilizzazioni entro vincoli sempre più stringenti per migliaia di pubblici, molti in servizio da quasi 20 anni. L'impossibilità di rinnovo dei contratti – ove non saranno avviati concorsi – potrebbe produrre effetti drammatici per moltissimi lavoratori che, dopo anni di precariato, vengono così avviati al baratro della disoccupazione invece che ad una prospettiva di sicurezza per il futuro».
La situazione nel Lazio vede ad oggi 3600 precari che orbitano attorno al sistema delle autonomie locali, cui vanno aggiunti circa 3000 lavoratori nei ministeri e altri enti pubblici. Nella sanità i precari sono circa 2600, così suddivisi: Ares 118 36, Asl Rm A 13, Asl RmB 138, Asl RmC 44, Asl RmD 38, Asl RmE 98, Asl RmF 86, Asl RmG 93, Asl RmH 346, Policlinico Tor Vergata 147, Policlinico Umberto I° 279, Ospedale S. Andrea 45, Ospedale S. Giovanni 12, Ospedale S. Camillo Forlanini 60, Ospedale S. Filippo Neri 70, IFO-Istituti Fisioterapici Ospitalieri 42, I.N.M.I. Lazzaro Spallanzani 30 (e nelle quattro province laziali i precari sono oltre 1000).
C'è poi il quadro legato ai comuni della nostra regione, dove esiste un altro enorme capitolo di precariato. Su questo fronte la protesta è fortissima perché a fronte di una problematica di diffusi contratti a tempo determinato si registrano contemporaneamente accorpamenti, unioni di comuni, convenzioni di servizi ed esternalizzazioni che rischiano di creare nei prossimi mesi un altro enorme buco occupazionale rispetto alla situazione attuale.
Il presidio di giovedì mattina alle 10.30 metterà al centro tutto questo per chiedere al governo «una vera legge di stabilizzazione – conclude Usb – adeguata a risolvere positivamente la condizione di migliaia di precari storici, che consenta assunzioni a tempo indeterminato in deroga ai vincoli finanziari e assunzionali, lo sblocco del turn over e spese per la stabilizzazione fuori dal patto di stabilità».
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