Mentre l'idea della candidatura di Roma alle olimpiadi del 2024 solletica gli amministratori locali e stimola il dibattito, anche le associazioni dei cittadini riflettono sulla prospettiva di un nuovo movimento olimpico, tra il possibile impatto sul territorio e le reali ricadute economiche. Tra i cittadini che discutono del tema c'è il laboratorio "Carte in regola" da sempre attento al monitoraggio degli sprechi, delle opere incompiute e delle iniziative urbanistiche prese nella capitale.
"Carte in regola" commenta così l'appoggio espresso dal premier Enrico Letta a una possibile candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024: «Nonostante vari studi effettuati – tra cui quello di Goldman Sachs sugli effetti dei Giochi Olimpici sull’economia britannica abbiano appurato che , negli ultimi vent’anni, questi “eventi”, presentati come opportunità di rigenerazione per la città che li ospita, finiscano col diventare uno spreco di risorse pubbliche e un ottimo affare solo per le speculazioni private. Nonostante solo un mese fa il neo Sindaco Marino avesse smorzato gli entusiasmi del Presidente del Coni Malagò che aveva rilanciato l’ipotesi della candidatura olimpica, Il Presidente del Consiglio Enrico Letta, d’accordo con il Sindaco di Roma Marino e il Sindaco di Milano Pisapia, ha riaperto il capitolo “Olimpiadi”, seppure per il 2024 ».
In un quadro del genere i comitati e le associazioni non possono non ricordare la posizione presa dall'ex premier Mario Monti che di fronte all'iniziativa della giunta Alemanno per il 2020 (con tanto di comitato organizzatore e assessore comunale ad hoc) disse "no" spiegando che “Non ci sentiamo di prendere un impegno finanziario che potrebbe gravare in misura imprevedibile sull’Italia nei prossimi anni» e che non “sarebbe coerente impegnare l’Italia” in una operazione che “potrebbe mettere a rischio i denari dei contribuenti“.
Per questo "Carte in regola" ha rilanciato il dibattito: «A questo punto, visti i precedenti, prima di avanzare candidature, sarebbe quantomeno necessario ripristinare la supremazia dell’interesse pubblico nella Capitale e fare un’attenta valutazione di costi e benefici per l’intera collettività, per non rischiare che le Olimpiadi diventino l’ennesimo grimaldello per aggirare le regole con commissari e leggi speciali e per sversare altri milioni di metri cubi di cemento nella città e nell’ Agro romano. E soprattutto per non aggiungere un nuovo devastante capitolo nella storia della corruzione della Capitale».