Una collaboratrice domestica filippina di 69 anni è stata arrestata dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Roma Casilina al suo rientro in Italia.
La donna è ritenuta il capo di una banda dedita all’usura, all'estorsione e all'esercizio abusivo di attività finanziaria sgominata nel corso di un’operazione denominata “Usura Filippina”, che lo scorso 7 maggio portò all’arresto di 10 persone.
Durante le fasi di quell’operazione la donna era all'estero e riuscì a sfuggire alla cattura. Ieri, al suo rientro in Italia, è stata arrestata dai carabinieri che le hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma.
Dopo l’arresto, la 69enne è stata portata al carcere di Rebibbia. Le indagini dei carabinieri hanno permesso di accertare che gli arrestati realizzavano prestiti di denaro a connazionali in difficoltà economiche, con tassi che raggiungevano anche l’80% annuo. Un centinaio, finora, le vittime accertate dai militari dell’arma.