Era l'autunno del lontano 2006, quando questa redazione condusse una battaglia contro la discarica di fluff più grande d'Europa che la Ecofer stava allestendo. La discarica di questo materiale risultato finale dello scarto della rottamazione di automobili, era stata autorizzata dalla presidenza Storace, poi la mobilitazione dei cittadini dei quartieri circostanti guidata dall'allora presidente di quel municipio Patrizia Prestipino, ottenne il blocco del cantiere, ma la ditta concessionaria vinse il ricorso al Tar e i lavori ripresero immediatamente nel cantiere inaccessibile a fotografi e cronisti.
«Siamo pronti a forme di protesta estreme – minacciava la minisindaco Prestipino – se le nostre ragioni non saranno accolte. Quella discarica è una bomba ambientale, in barba all' Europa che vieta lo smaltimento del fluff a partire dal 1 gennaio del 2007». Ora si dà il caso che in quell'area la bomba ecologica, sia pur controllata dai più sofisticati sistemi tecnologici della Ecofer, colosso bolognese dello smaltimento, venga innescata da un altro ordigno: quella discarica che i politici si rimpallano di mano in mano dove sversare i rifiuti trattati di Roma.
Una storia infinita, per certi versi grottesca, con le popolazioni che di discariche non ne vogliono sentir parlare, di commissari che decidono e poi vengono sconfessati dalle istituzioni, di interminabili perizie contro perizie, ricorsi e contro ricorsi al Tar, esposti alla Procura e tutto quanto succede abitualmente nel Bel Paese dei rinvii. Una vicenda che proprio ieri doveva trovare il suo epilogo con l'annuncio dell'assessore regionale Michele Civita in assemblea regionale, ma che ancora una volta è stata rinviata alla decisione del ministro dell'Ambiente.
«Per la nuova discarica siamo in attesa della valutazione del ministro – ha detto ieri l’assessore. La relazione, da quello che mi risulta, prende in esame vari siti. Tra questi c''è anche il sito che sta al chilometro 15 dell'Ardeatina. Ma sarà il commissario a dirci quale sarà la scelta migliore sulle valutazioni del ministro. La scelta sulla nuova discarica – continua – vista la gravità della situazione ed il perdurare dell'emergenza, è stata fatta propria dal Governo nazionale tramite il commissario – ha ricordato Civita – Sottile ha svolto una serie di riunioni tecniche e ieri ha consegnato una relazione al ministro che la sta valutando e su cui ci comunicherà l'esito nei prossimi giorni».
Oggi scade l'ultimatum. Ma i proprietari di quella discarica, ovviamente interessati ma mai interpellati ufficialmente, ancora non si capacitano di come il commissario ai Rifiuti Sottile, possa avere sottoposto al ministro dell''Ambiente Orlando, la proposta di utilizzare la ''loro'' discarica di rifiuti pericolosi come sito adatto a raccogliere l'eredità di Malagrotta. Insomma secondo l'agenzia Dire, la Ecofer intende opporsi alla decisione. «Noi difenderemo la nostra azienda perché dobbiamo andare avanti col lavoro e tuteleremo le nostre ragioni in ogni sede» – si legge in un'agenzia. Si scopre così che l'impianto di Falcognana fa parte di una filiera comprendente anche l'impianto di servizio di Santa Palomba dove si recuperano tutti i materiali ferrosi e non ferrosi, una filiera che verrebbe interrotta arrecando danno all'azienda.
Secondo il decreto ministeriale Sottile in prima battuta si deve provare a comprare il terreno e come seconda possibilità c'è l'esproprio. Già, ma del fluff, ammesso che si terminino i lavori di impermeabilizzazione di quel buco, cosa sarà? La Ecofer qui smaltisce 'appena' 100 mila tonnellate l''anno, una quantità non compatibile con le esigenze di Roma, e ci vorrà del tempo, forse lungo, per rendere operativa quella discarica e fine settembre la Malagrotta di Cerroni non sarà più agibile. Dobbiamo attenderci un'ennesima proroga? Lo sapremo solo oggi nel corso della conferenza stampa annunciata in ministero da parte del commissario Sottile.