Avevano posizionato delle transenne intorno a un tombino in ghisa di proprietà della Telecom, poi, da bravi e diligenti operai, hanno indossato caschetti di protezione e pettorine catarifrangenti prima di calarsi nel condotto. Quegli “onesti” lavoratori, in realtà, stavano cannibalizzando la rete sotterranea di cavi della Telecom per estrarne il prezioso “oro rosso”.
Quando i carabinieri del nucleo radiomobile di Roma li hanno sorpresi, i finti operai, due italiani di 40 e 44 anni e un cittadino romeno di 32 anni, erano già riusciti a caricare su un furgone parcheggiato poco distante il “cantiere” circa 700 Kg di rame.
La preziosa merce, una volta venduta al mercato clandestino, avrebbe fruttato alla banda 3.500 euro. I cavi in rame sono stati recuperati e affidati a un assistente tecnico incaricato dalla società Telecom mentre gli arrestati sono stati trattenuti in caserma in attesa del rito direttissimo.