Roma città metropolitana: dal 2014 la super capitale

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Se l’obiettivo di fondo della riforma degli enti locali varata venerdì dal governo è la razionalizzazione dei costi e la maggiore efficienza delle istituzioni nel rispetto del principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione, le conseguenze per la capitale e per chi la amministra saranno di un certo rilievo tanto che è facile dire che Ignazio Marino diventerà il primo “supersindaco” di Roma e dintorni.

Infatti, a leggere il testo del disegno di legge licenziato venerdì (su superamento delle province e sviluppo delle città metropolitane) si comprende meglio la presenza del sindaco di Roma alla riunione del Consiglio dei ministri. Secondo il testo del ddl la città metropolitana prenderà vita a partire dal 1 gennaio 2014 e con il 1 luglio 2014, dotatasi di uno statuto, diventerà operativa andando a sostituire la Provincia. La nuova capitale metropolitana ne assorbirà quindi le funzioni subentrandovi come ente di secondo grado. In particolare per Roma capitale verrà creata una disciplina speciale.

Alla città metropolitana saranno assegnate «funzioni di programmazione e pianificazione dello sviluppo strategico, coordinamento, promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione». Oltre ad ereditare le funzioni delle Province, spiega il ddl, «le Città metropolitane hanno funzioni di pianificazione territoriale, promozione dello sviluppo economico, mobilità e viabilità, ferme restando le competenze delle Regioni. Da notare inoltre che alla Città metropolitana «vengono trasferiti patrimonio, risorse e personale della Provincia» e che «il sindaco metropolitano è il sindaco della città capoluogo».

Il Consiglio sarà costituito dai sindaci dei Comuni con più di 15.000 abitanti e dai presidenti delle Unioni dei Comuni con 10.000 abitanti che si esprimono con voto ponderato. «Per i primi tre anni ne fanno parte anche i presidenti delle Unioni di Comuni istituite per l’esercizio delle funzioni obbligatorie. Il sindaco metropolitano può nominare un vicesindaco e consiglieri delegati. E’ prevista anche una conferenza dei sindaci dei Comuni di tutta l’area metropolitana per approvare statuti e bilanci». Resteranno in piedi quindi solo Regioni e comuni come enti di primo livello, mentre al secondo livello resteranno le città metropolitane e le unioni di Comuni. Mentre il disegno di legge intraprende il suo percorso istituzionale (ora passerà al vaglio della Conferenza Unificata per tornare di nuovo all’esame Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva), le prime parole del sindaco Marino danno già un’idea della sua visione di città Metropolitana. «I Comuni – ha detto Marino uscendo da palazzo Chigi – dovranno aderire alla città metropolitana entro il 28 febbraio 2014.

Ma questa data deve essere un termine dinamico per permettere ai comuni più lontani e non confinanti di avere tempo a disposizione per l’adesione». E parlando dei termini di adesione ha chiarito il concetto. «Nella sostanza sono d’accordo sull’impianto della legge, però devono essere meglio precisati i termini di eventuali adesioni a Roma Capitale, entro febbraio 2014, dei vari Comuni». «Così come è scritto nella legge – ha aggiunto Marino – un Comune può aderire solo se confinante con gli altri Comuni che hanno già aderito. Però, in questo modo, ci sarebbero dei Comuni che rimarrebbero esclusi. Faccio un esempio: Bracciano non potrebbe aderire senza la precedente adesione di Anguillara e Fiumicino. Questo evidentemente è legato alla complessità geografica del nostro territorio. Ma credo che i nostri rilievi manifestati vengano accolti».

Insomma per il sindaco Marino l’area metropolitana potrebbe assumere dimensioni davvero notevoli, e lui potrebbe diventare il protagonista di una inedita sfida amministrativa e territoriale, unica peraltro in tutta Italia. Un’area che per popolazione e prodotto interno, e con le competenze attribuitegli diventerebbe un soggetto molto forte sullo scenario politico – istituzionale locale, al pari (e forse anche di più) della attuale Regione.

Ma se per ora il progetto è appena agli inizi, non sono mancate le prime reazioni, come quella del vicesindaco di Valmontone Eleonora Mattia: «Bene ha fatto il sindaco di Roma Ignazio Marino, nell’audizione di oggi davanti al Governo, a chiedere grande attenzione della definizione dei termini per l’eventuale adesione dei comuni all’area metropolitana di Roma. E’ un tema molto delicato che deve mettere tutti i sindaci nella condizione di valutare l’opportunità che si presenta sulla base di considerazioni e scelte che interessano il proprio Comune, senza restare vincolati dalla discriminante – per chi non confina direttamente con Roma – di quello che farà il Comune che si trova in mezzo».

Contrario all’abolizione delle province si è detto il presidente del Consiglio delle autonomie locali Donato Robilotta, mentre già venerdì la Cgil ha chiesto maggiori garanzie sui livelli occupazionali.

F.U.

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