La capitale è una metropoli sempre più popolosa e internazionale, ma chi ci vive andrebbe a stare volentieri all’estero, anche perchè i servizi sono inefficienti e le tecnologie messe a loro disposizione insufficienti.
E’ l’essenza dei dati presentati ieri al sindaco Marino e contenuti nella ricerca realizzata da Censis e Rete urbana delle rappresentanze-Rur commissionata dall’Alleanza Pmi Roma 97.7 formata dalle associazioni di rappresentanza delle piccole e medie imprese romane.
Secondo la ricerca il 41% dei romani dichiara di essere teoricamente attratto dalla prospettiva di andare a vivere altrove ma se si considera la fascia tra i 18 e i 29 anni la percentuale sale al 67%. I cittadini della Capitale, poi, vorrebbero fare la raccolta differenziata ma il 59% ritiene di non essere a conoscenza delle regole base. La ricerca fotografa le varie aspettative dei romani rispetto ad una nuova organizzazione della città.
Dall’indagine emergono alcune richieste: l’ammodernamento dei servizi urbani, il potenziamento della rete wi fi, anche in considerazione del fatto che il 55% dei concittadini usa un pc portatile, il 37% uno smartphone e il 22% un tablet, il maggiore utilizzo della tecnologia per l’info mobilità e l’aumento delle piste ciclabili.
«Chiediamo di individuare politiche tempestive, capaci di restituire alle imprese quella funzione di traino dello sviluppo – ha spiegato il portavoce dell’Alleanza delle Pmi Maurizio Flammini – le pmi potranno con la loro esperienza contribuire a modernizzare Roma".
La capitale comunque, secondo la ricerca, nonostante i problemi risulta tuttavia ancora una metropoli attrattiva visto che negli ultimi due censimenti la sua popolazione è cresciuta del 2,8%, con un aumento dei residenti pari ad un +8%. Gli stranieri sono cresciuti nello stesso periodo del 128%. Il 65% dei romani, però, ritiene che durante la crisi siano peggiorate sia la manutenzione che la pulizia di strade e spazi pubblici. Sarebbero poi oltre 90.000 le famiglie intenzionate a ristrutturare la loro abitazione nei prossimi tre anni. Ultimo dato curioso: solo il 52,5% dei romani beve l’acqua del rubinetto.
cq