“È stato il primo di una serie di incontri, mirati a costruire una nuova sanità regionale e ad accompagnare la Regione Lazio nel percorso di uscita da un Piano di rientro che, dopo 7 anni, ha finito per devastare l’offerta di servizi e la qualità percepita dal cittadino, nonché le prospettive dei professionisti sanitari”. Così il presidente della VII commissione Politiche sociali e Salute del Consiglio regionale del Lazio, Rodolfo Lena (Pd), ha introdotto l’audizione odierna con il commissario ad acta Nicola Zingaretti per l’illustrazione pubblica delle linee di azione in materia di sanità. L’incontro ha registrato la partecipazione di 25 consiglieri regionali ed è stato trasmesso integralmente in streaming attraverso il portale istituzionale.
Zingaretti, dopo aver rivendicato alcune innovazioni gestionali e operative introdotte nella fase successiva al proprio insediamento, ha centrato il suo intervento su “tre pilastri” attorno ai quali innestare una radicale trasformazione della sanità laziale, non concependola più come “una mera voce di spesa” ma inquadrandola “per quello che è: ovvero un settore che costituisce il 12% del Pil regionale, forma il 20% dei professionisti sanitari italiani, producendo quotidianamente ricerca e innovazione”.
“In primo luogo – ha spiegato – intendiamo portare all’attenzione del tavolo con il governo la revisione del Piano di rientro, introducendo modalità di risparmio legate alla virtuosa riorganizzazione dei servizi e non a drastici tagli che hanno messo in ginocchio vaste aree del territorio. Inoltre, è giunto il momento di imboccare un percorso di uscita dalla rigidità del blocco del turn over, che ha determinato falsi risparmi e una progressiva perdita di competenze, con solo 500 assunzioni dal 2006, a fronte di 6.500 cessazioni di rapporti di lavoro. In particolare – ha aggiunto Zingaretti – chiederemo al tavolo governativo di stabilizzare in via prioritaria chi attualmente lavora per il Ssr con contratto a tempo determinato e che ha già superato la relativa prova concorsuale. Il terzo punto che ci sta a cuore, in questa fase, è un accordo di programma con i policlinici universitari per favorire una maggiore chiarezza nella governance così come nella distinzione tra ricerca e assistenza, nonché una compartecipazione della Regione non solo alle spese sostenute ma anche alle scelte strategiche”. Per il commissario ad acta, solo attraverso questi passaggi e il superamento dell’articolazione del territorio regionale in macroaree “finora concepite a spicchi e per nulle omogenee”, si potrà favorire “una seria riforma di sistema, che, una volta usciti dal Piano di rientro, dovrà essere cristallizzata da una legge quadro sulla sanità che manca da troppi anni, sulla quale chiedo al Consiglio sin d’ora il massimo impegno propositivo”.
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Quanto ai numeri della sanità laziale, Zingaretti ha confermato la tendenza alla diminuzione del disavanzo annuale, passato dai 2 miliardi di euro del 2006 ai 650 milioni di euro del 2012, anche grazie agli interventi messi in campo negli anni dai precedenti commissari. È stato inoltre annunciato che in questi giorni sono stati sbloccati 830 milioni di euro per onorare debiti della Regione con il settore della sanità, a fronte di un impegno di 2,7 miliardi per il biennio 2013-2015. “A settembre – ha poi annunciato Zingaretti – firmerò il decreto che consentirà nel Lazio l’apertura delle ‘Case della Salute’, a ulteriore conferma della nostra volontà di arricchire dell’offerta sanitaria, dopo anni di duri colpi all’implementazione dei servizi ai pazienti/cittadini. Nelle ‘Case della Salute’ le persone potranno andare per i bisogni quotidiani, come l’assistenza sociale e la prevenzione. Saranno anche un'alternativa al pronto soccorso”.