Resta ancora altissima la tensione sull'emergenza casa a Roma. L'incontro di martedì tra il sindaco di Roma Ignazio Marino e il prefetto Giuseppe Pecoraro non sembra aver rassenerato gli animi: durante il vertice si è parlato del ferimento di una manifestante durante il corteo di lunedì ai Fori Imperiali, Stefania Glorioso. Ma le parole di solidarietà del primo cittadino alla donna ferita da una manganellata (e bisognosa di 15 punti di sutura) non sono state gradite da alcuni sindacati di polizia che hanno ricordato i feriti riportati anche tra le forze dell'ordine.
La procura, intanto, indaga. «Noi eravamo in piazza per manifestare per il diritto alla casa, un tetto non si toglie a nessuno» ha urlato in una trasmissione Rai la Glorioso. «Mia madre ha perso il lavoro e la casa. Adesso vivo in occupazione, a San Basilio – ha spiegato ieri -. Un mio amico ha un piccolo versamento di sangue interno tra cervello e cranio, è ancora ricoverato, spero guarisca presto. Se andrò nuovamente a un corteo sarò l'ultima della fila: una cicatrice in faccia a una ragazza non sta bene» ha detto la donna rimarcando la grave emergenza capitolina sul tema.
«Da dicembre a oggi ci sono state 27 nuove occupazioni». E' Andrea Alzetta di Action a fornire un dato che comprende le proteste scoppiate a Tor Tre Teste, San Basilio, ma anche in viale Castrense e in via dei Castani solo per citare i casi più “spinosi”. «Lunedì, proprio nel giorno del corteo di via dei Fori Imperiali, abbiamo avuto un primo incontro e un altro ce ne dovrebbe essere venerdì con il sindaco Marino – sottolinea Alzetta -. Uso il condizionale perchè lo stesso potrebbe slittare in quanto il primo cittadino dovrà confrontarsi precedentemente con gli assessori comunale e regionale: se ci vedremo è per decidere azioni immediate come per esempio il blocco degli sfratti in special modo a Tor Tre Teste dove 100 famiglie rischiano di perdere la propria casa».
Sulla possibilità che sia la Regione, come si vocifera nelle ultime ore, a mettere a disposizione diecimila alloggi per risolvere le emergenze più imminenti Alzetta è prudente quanto sintetico nella risposta. «Vogliamo capirne di più». «Siamo ovviamente contrari alle occupazioni, ma dobbiamo saper distinguere tra chi occupa spinto da disperazione e stato di necessità, e chi magari pensa a questa pratica come una qualsiasi attività associativa o di altra natura». Così il neo assessore al Lavoro alla Casa ed emergenza abitativa del Comune di Roma, Daniele Ozzimo, ieri mattina dai microfoni di Radio Città Futura. I numeri rimangono allarmanti, basti pensare a quelli diffusi dall'Unione Inquilini del Lazio («dieci famiglie romane al giorno finiscono per strada, cacciate dall'ufficiale giudiziario») e dalla Cgil di Roma e del Lazio («30 mila famiglie romane rischiano di rimanere senza un tetto»).
Un problema davvero incredibile se si pensa all'altra cifra “monstre”, quella delle 250mila case sfitte che rappresentano il più grande paradosso dell'emergenza casa nella capitale. Ma ci sono altri numeri da “allarme rosso”: sono oltre 7000 gli sfratti emessi nel 2012 a Roma, quasi 5000 per morosità. Dieci anni fa gli sfratti erano 4000 e di questi 2200 per morosità. Ma la capitale è in testa, suo malgrado, alla classifica dell’indice di sofferenza abitativa per sfratti: i numeri parlano di uno sfratto emesso nel 2012 ogni 44 famiglie in affitto privato contro una media nazionale di una sentenza ogni 74 famiglie. Ma la situazione della richiesta di assegnazione di case popolari com'è? «Il vecchio bando valido fino a dicembre 2012 – spiega Massimo Pasquini dell'Unione Inquilini di Roma – aveva in graduatoria 30 mila famiglie. Con quello nuovo, partito da gennaio di quest'anno e formulato con nuovi criteri, ci sono già diecimila richieste. Noi stimiamo che potrebbero fare domanda circa 50mila persone».
Tiziano Pompili