Integrazione, a Roma la prima comunità è quella filippina

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Sono 615mila gli stranieri regolarmente presenti nel Lazio, tra residenti e soggiornanti, secondo gli ultimi dati che risalgono alla fine del 2011. Un numero che conferma la nostra regione al secondo posto in Italia dopo la Lombardia, che ha 1 milione e 157 mila immigrati. E' quanto emerge dal secondo rapporto 'Il Lazio nel mondo. Immigrazione ed emigrazione', del Centro studi e ricerche Idos, presentato stamani dall'assessore regionale alle Politiche sociali, Rita Visini. Il rapporto analizza i dati sulla presenza degli immigrati in regione e sul livello di integrazione rispetto a scuola, occupazione, lavoro imprenditoriale, sanità, religione e aspetti giudiziari, attuando un confronto con l'emigrazione conosciuta nel passato del Lazio.

L'archivio dei permessi di soggiorno consente anche altre interessanti disaggregazioni. Alla provincia di Roma spetta l'85,5% del totale regionale (348.276, per il 51,4% donne) degli immigrati non provenienti dall'Ue, mentre la rimanente quota è così ripartita tra le altre province: 5,9% Latina, 3,8% Viterbo, 3,2% Frosinone e 1,6% Rieti. I non comunitari sono aumentati nel corso dell'ultimo anno mediamente del 15,8% in regione e del 17,8% in provincia di Roma. Nel 2010 l'incidenza dei minori stranieri sull'intera popolazione straniera è stata, nel Lazio, del 18,4% (valore medio nazionale 21,7%).

Nel 2011, l'incidenza dei minorenni, tra i non comunitari, resta al di sotto della media nazionale nella provincia di Roma (17,2% rispetto al valore medio nazionale del 23,9%). In provincia di Latina l'incidenza dei minori (18,2%) è simile a quella riscontrata a Roma, mentre i valori sono più elevati a Rieti (21,9%), Viterbo (22,0%) e Frosinone (24,8%).  Ipotizzando, nel 2011, la nascita di 7 mila nuovi nati da entrambi i genitori stranieri, le seconde generazioni dovrebbero aver raggiunto le 70 mila unità e i minori, tenuto conto anche di quelli venuti per ricongiungersi, dovrebbero sfiorare o superare le 110 mila. In tutte le province laziali, così come avviene a livello nazionale, la classe d'età più numerosa tra gli immigrati è quella che va dai 30 ai 44 anni, la cui incidenza in regione (36,0%) è superiore a quella nazionale (34,1%).

In regione le principali collettività dei soggiornanti non comunitari sono: Filippine 42.872, Bangladesh 26.599, Albania 25.480, Ucraina 24.155, Cina 21.021, India 21.021, Perù 17.960, Moldova 15.920, Egitto 15.488, Marocco 13.708, Sri Lanka 10.975, Ecuador 9.537, Tunisia 7.789, Brasile 6.538, Macedonia 5.954. Le altre collettività di non comunitari contano complessivamente altri 83.259 soggiornanti. A Roma la prima collettività è quella filippina, mentre a Latina lo è quella indiana (circa 6 mila persone, in prevalenza di religione sikh, molto dediti al lavoro agricolo e all'allevamento del bestiame).

In questa provincia i permessi di soggiorno per lavoro stagionale, tipici del settore agricolo, raggiungono l'incidenza del 4,3% sul totale dei permessi (ben oltre il valore medio nazionale, che è dello 0,2%); la prevalenza di lavoratori agricoli spiega anche la bassa incidenza in provincia delle donne immigrate (43,0%). Gli albanesi, invece, sono la collettività non comunitaria più numerosa nelle province di Viterbo, Rieti e specialmente Frosinone (dove incidono per circa un terzo sul totale dei soggiornanti). (fonte Dire)

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