Il primo rapporto in Italia a quantificare il peso della cultura nell’economia nazionale, pubblica ieri dalla fondazione Symbola e da Unioncamere parla bene di Roma e del Lazio. All’interno di “Io sono cultura – L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” il Lazio si posizione come prima regione d’Italia per valore aggiunto prodotto dalle attività culturali, mentre Roma è la settima provincia d’Italia dove la cultura è in grado di produrre ricchezza.
A chi dice che la cultura non produce reddito, lo studio presentato ieri mostra i dati nazionali: la cultura e tutte le iniziative ad essa collegate fruttano al Paese il 5,4% della ricchezza prodotta, equivalente a quasi 75,5 miliardi di euro, e dà lavoro a un quasi milione e quattrocentomila persone, ovvero al 5,7% del totale degli occupati del Paese.
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A livello locale i numeri confortano la visione dei promotori dello studio: a Roma, infatti, il valore aggiunto creato dalla cultura è pari al 7,4% della ricchezza complessiva del sistema economico locale. In valore assoluto si parla di 9,3 miliardi di euro con oltre 140 mila persone impiegate nei vari ambiti.
Secondo la ricerca il contributo maggiore arriva dalle industrie culturali propriamente dette (film, video, radio-tv, videogiochi e software, musica, libri e stampa) con circa il 67,7% del valore aggiunto del settore. Le industrie creative (architettura, comunicazione e branding, design e produzione di stile, artigianato), invece, contribuiscono con circa il 23,6%, da performing arts e intrattenimento arriva un altro 6,4% e infine dal patrimonio storico-artistico viene il 2,1%.
La grande ricchezza prodotta dalle industrie culturali nella provincia di Roma traina poi la performance di tutto il Lazio, che risulta primo nel Paese per incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo nell’industria culturale sul totale del sistema economico locale. Nella nostra regione, infatti, la cultura frutta il 6,8% della ricchezza prodotta dal totale dell’economia regionale, ossia 10,4 miliardi di euro. Un giro di affari che impiega nell’insieme 160 mila persone, equivalenti al 6,3% del totale degli occupati in regione.
«Nel mondo c'è una domanda di qualità che l'Italia sa intercettare – commenta Ermete Realacci, presidente di Symbola –. Non a caso quando l'Italia fa l'Italia e scommette su innovazione, ricerca e green economy e le incrocia con bellezza, qualità, legame con i territori, con la forza del made in Italy, è un Paese forte capace di competere sui mercati internazionali».
Per Claudio Gagliardi, presidente di Unioncamere «Il sistema produttivo culturale rappresenta la vera “filiera territoriale”: quella che produce all'interno del territorio nazionale e moltiplica benessere per i territori, secondo una logica di rete che coinvolge tanti piccoli e medi imprenditori, anche del mondo del non-profit».
Cq