Nonostante la “sperimentazione” continui a lasciare una scia infinita di critiche e polemiche, il nuovo sistema di raccolta differenziata “partorito” dall’Ama è già pronto a sbarcare su altri cinque municipi.
Secondo l’azienda il nuovo servizio, che prevede il 55% di porta a porta “puro” e il 45% di differenziata su strada, anche per il vetro e l'organico, è sinonimo di efficienza anche se le obiezioni non mancano. Le più veementi arrivano dal IV Municipio, dove negli ultimi due mesi i problemi e i disagi sono aumentati a macchia d’olio.
Eppure lo scorso novembre, quando si è dato il via alla nuova “era” della raccolta rifiuti, le premesse (e le promesse) erano ben altre. Basta navigare sul web, sui vari social network, per capire che la situazione rischia di esplodere da un momento all’altro: cumuli di immondizia accatastati ai lati dei cassonetti, spazzatura gettata dove non si dovrebbe, troppa indifferenziata, mezzi che passano meno di quanto dovrebbero. La presenza in strada dei topi a Montesacro, qualche settimana fa, la dice tutta su quello che, a tutti gli effetti, sembra essere un fallimento.
Almeno se confrontato con il “virtuosismo” della Provincia, capace di raggiungere livelli di avanguardia su scala nazionale e di superare, in alcuni casi di Comuni “eccellenti”, anche il tetto del 65%. «Purtroppo l’Ama non rispetta i giorni di passaggio – spiega il consigliere del Pd Riccardo Corbucci – quindi i rifiuti si accumulano e la gente inizia a gettare tutto nell’indifferenziato, addirittura nelle campane del vetro».
Anche per questo dal 4 marzo, in seguito a un accordo tra il minisindaco del Roma Montesacro, Cristiano Bonelli, e il presidente della municipalizzata, Piergiorgio Benvenuti, partirà una campagna di verifica sulla corretta separazione degli scarti da parte dei cittadini. Ma non è solo un problema di cultura, o di scarso senso civico. I disagi, infatti, nascono dalla base del progetto. «Il porta a porta vero si fa solo nelle borgate al di fuori del Gra – continua Corbucci – il resto del territorio, circa l’80%, è ancora alle prese con i cassonetti. Ci sono interi quartieri serviti poco e male, e più passa il tempo più la situazione peggiora. Noi più volte abbiamo segnalato ad Ama i disagi, cercando di far capire che l’unica soluzione possibile è estendere il più possibile il porta a porta spinto e aumentare le “forze” da impiegare nella raccolta. Invece che si fa? Si estende il progetto, così com’è concepito, su un’altra fetta di territorio. Non credo sia la scelta migliore: di certo il biglietto da visita che arriva dal nostro municipio non è dei più confortanti».
Una “verità” difficile da digerire, ancor di più dopo i 10 milioni versati da Clini per la Capitale. Il Presidente regionale dei Verdi, Nando Bonessio e Matteo Costantini, candidato presidente al Municipio I con la lista civica “Uniti per il Centro Storico”, la pensano come Corbucci: «L’idea di raccogliere i rifiuti facendoli trasportare in strada dai cittadini – dice Costantinisi è già dimostrata fallimentare nel centro storico. Chiediamo all’Ama di non far partire l’attivazione del servizio nell’ex-circoscrizione XVII e di ridiscutere modalità e punti di raccolta con la prossima Giunta ». Ovviamente c’è anche chi la vede diversamente. «L’avvio da giugno del nuovo sistema di raccolta differenziata è una notizia eccellente – sostengono Rocca, consigliere Pdl di Roma Capitale e Augusto Santori, capogruppo de La Destra in Municipio XV – E questo, per il territorio che ospita Malagrotta da trenta anni, rappresenta un ulteriore valore aggiunto».
Diego Cappelli