Maradona: «Non ho ucciso nessuno, al fisco chiedo solo giustizia»

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“Io non ho ucciso nessuno, vengo solo a chiedere giustizia”. Lo ha detto Diego Maradona nel corso di una conferenza stampa a Napoli, città che lo ha accolto ancora come un idolo dopo vent'anni di forzato esilio. L'ex campione argentino è stato condannato nel 2005 dalla Corte di Cassazione a pagare 37,2 milioni di euro al fisco italiano per non aver versato correttamente le imposte sui redditi durante i suoi anni a Napoli, fra il 1984 e il 1991.

“Sono innocente”, ha insistito Maradona. “Io pensavo solamente ad allenarmi e non mi occupavo delle tasse. Voglio credere alla giustizia. E poi tra l'altro io non ho i 40 milioni di euro che mi chiedono, altrimenti potrei anche smettere di lavorare. Dei miei contratti si occupavano Ferlaino, i miei procuratori Coppola e Franchi, ma anche i due consiglieri Gallo. Loro non hanno problemi, io si”'.

A chi gli ha chiesto se si sarebbe incontrato con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l'ex “pibe de oro” ha risposto di non voler “forzare nessuno. Se lui vuole, mi piacerebbe. Ma il presidente potrebbe cambiare presto e anche il presidente del Consiglio non si sa chi sarà, se Grillo o Berlusconi. Mi sa che anche voi italiani non lo sapete”.

Giunto ieri da Dubai, Maradona ha visto la partita del Napoli a Udine e ha confessato che gli piacerebbe molto allenare la squadra azzurra. “L'incarico che vorrei è già occupato, c'è Mazzarri e rispetto il suo lavoro. Certo se dovesse andare via, alzerei la mano. Mi piacerebbe tanto”.

Quanto alle chance del Napoli in campionato, alla vigilia dello scontro diretto con la Juventus, Maradona ha detto che “possiamo farcela, serve un gioco offensivo. Se riusciamo a vincere, mettiamo pressione ai bianconeri. Se il Napoli torna a tre punti, può mettere pressione ai bianconeri fino al termine della stagione. Il campionato non è ancora finito”. (asca)

 

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