Il processo a Franco Fiorito è partito una settimana fa e ieri, dopo la Regione Lazio, anche il Codacons è stato ammesso a parte civile, per decisione del Gup Rosalba Liso che ha accolto in pieno le richieste dell’associazione dei consumatori che aveva fatto istanza «in relazione allo scorretto uso dei fondi pubblici all’interno della Regione Lazio ».
Ora il movimento dei consumatori potrà ottenere un risarcimento a nome dei cittadini del Lazio, se i giudice sanzionerà i comportamenti dell'ex capogruppo Pdl, accusato di peculato e di aver accumulato fondi per un milione e quattrocentomila euro. «Siamo molto soddisfatti per l’ennesimo riconoscimento dell’attività del Codacons a tutela dei cittadini, associazione che più di tutte si è battuta in Italia per la trasparenza nell’utilizzo dei soldi pubblici – spiega il Presidente Carlo Rienzi – La nostra posizione è che si debba fare chiarezza sull’uso dei soldi dei cittadini da parte dell’intera amministrazione regionale del Lazio, poiché spese incongrue e sperperi hanno prodotto un rilevante danno economico agli utenti i quali, ricordiamolo, subiscono i tagli imposti dalla spending review, mentre i loro soldi venivano spesi in modo assolutamente improprio.
Per tale motivo i cittadini del Lazio, attraverso la costituzione di parte civile del Codacons, chiederanno ora un adeguato risarcimento » – conclude Rienzi. Fiorito , che ha sempre respinto le accuse a suo carico, si trova dallo scorso 27 dicembre agli arresti domiciliare nella sua Anagni, cittadina del frusinate della quale è stato a lungo il sindaco. Secondo Fiorito i fondi individuati sui suoi conti bancari vanno fatti risalire alla sua normale attività di consigliere regionale e agli incarichi che ha ricoperto in via della Pisana.