Bersani e Monti più vicini. Berlusconi: “Siamo in rimonta”

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Complice il viaggio in Germania del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani e Mario Monti si scambiano dichiarazioni di disponibilità ad una alleanza di governo. “Monti ha costruito una sua forza politica, è nella competizione.

Ci sono schermaglie elettorali ma io ho sempre detto che sono prontissimo a una collaborazione con tutte le forze che sono contrarie al leghismo, al berlusconismo, al populismo. Con tutte queste forze e, certamente, anche con il professor Monti”, è l'argomentazione di Bersani che contribuisce a cambiare i toni del rapporto tra Pd e Scelta civica.

Il premier dimissionario risponde manifestando interesse: “Apprezzo ogni apertura e disponibilità, e anche questa frase di Bersani dalla Germania. Sarò disponibile ad alleanze solo con coloro che saranno impegnati in riforme strutturali”. Precedentemente, in un forum sul sito del quotidiano “la Stampa”, Monti aveva precisato: “Mi sono ostinatamente rifiutato di parlare di alleanze” prima del voto, “perchè le alleanze sono cosa probabilmente necessaria ma vengono dopo le proposte programmatiche. Non voglio partecipare a un governo nel quale non siano prevalenti i programmi di vere riforme strutturali che non possono essere fatte dal bipolarismo tradizionale ma o da una grande coalizione oppure da un governo in cui la Scelta civica sia l'ossatura principale”.

A Berlino, Bersani ha incontrato Wolfgang Schauble, ministro delle Finanze, e ha risposto a molte domande sulle sue proposte programmatiche presso il German council on foreign relations. Il viaggio del segretario del Pd aveva come obiettivo di legittimarsi ulteriormente a livello europeo in vista di una sua eventuale premiership. Gli incontri a Berlino possono aver influito sulla scelta della mano tesa a Monti che in Germania è molto apprezzato. Finora Bersani si era limitato a dire che dopo il voto avrebbe aperto il confronto ai centristi ma che la coalizione candidata al governo restava quella di centrosinistra formata da Pd, Sel, socialisti di Riccardo Nencini e Centro democratico di Bruno Tabacci.

Che ci sia una svolta nella dichiarazione fatta dal segretario del Pd a Berlino lo dimostra la reazione di Nicola Fratoianni, stretto collaboratore di Nichi Vendola, leader di Sel: “Se Bersani vuole l' alleanza con Monti, vada con Monti. Non voteremo mai quell'alleanza, a costo di rompere con il Pd”. Antonio Ingroia, Rivoluzione sociale, che contende a Sel i voti dell'elettorato più di sinistra, annota polemicamente: “Bersani va verso l'accordo con la destra. Certo, con la destra onesta di Monti che non è la destra di Berlusconi pur rimanendo sempre destra”. “Noi – chiarisce intanto Bersani da Berlino – abbiamo voluto il professor Monti, noi abbiamo affrontato il popolo che ha visto la riforma delle pensioni, la riforma del lavoro. Quindi noi ci riteniamo assolutamente protagonisti, nel bene e nel male, di questo anno e mezzo. Adesso bisogna che guardiamo avanti e che facciamo le elezioni e quindi che ci siano forze politiche che prendano la responsabilità del governo”. Il segretario del Pd aggiunge che l'Italia ha bisogno “di più riforme di quelle fatte quest'anno perchè quest'anno il governo era condizionato da una maggioranza in cui c'era la destra, non siamo ad esempio riusciti a fare una legge buona e seria davvero contro la corruzione”.

Sull'ipotesi di un recupero da parte del centrodestra, replica: “Il sorpasso lo stanno vedendo col binocolo. Certamente, la destra esiste e non la sottovaluto”. Al dialogo tra Bersani e Monti risponde Silvio Berlusconi, ospite ieri sera di “Ballaro”' su Rai tre. “Dopo l'esperienza di dieci anni di governo, ho capito che le cose più importanti si fanno partendo dai ministeri dell'Economa e dello Sviluppo”, esordisce l'ex premier dicendosi disposto a unificare i due dicasteri. Tornando a parlare della proposta di restituzione dell'Imu, aggiunge a proposito della copertura economica: “Il nostro ministro dell'economia era contrario a un accordo con la Svizzera per il rientro dei capitali che avevamo già raggiunto” (il ministro in questione è Giulio Tremonti). Argomenta ulteriormente: “I soldi per restituire l'Imu agli italiani li prenderemo dai fondi previsti dall'accordo tra Italia e Svizzera per tassare i capitali dei cittadini italiani nelle banche della confederazione elvetica. Da questo accordo è prevista una prima tranche di 20 miliardi di euro. I 16 miliardi del taglio dell'Irap potrebbero venire immettendo sul mercato beni immobili o quote di partecipazioni dello Stato”.

Il leader del Pdl dichiara che nel primo Consiglio dei ministri che presiederebbe in caso di vittoria elettorale, oltre alla restituzione dell'Imu, proporrà l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Sulla legge elettorale, da tutti chiamata Porcellum, spiega: “No, non l' ho fatta io. Io la volevo cambiare ma c'era un alleato che mi impediva di cambiarla. Gli italiani devono capire di dover dare la maggioranza al Pdl contro gli altri partiti”. Berlusconi non è preoccupato del nuovo dialogo tra Bersani e Monti: “Siamo in rimonta, potrebbero esserci delle sorprese. Loro sono disperati, pensavano di avere la vittoria a portata di mano”. (asca)

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