Ieri gli assessori alla Mobilità, Antonello Aurigemma, ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera, e all’Ambiente, Marco Visconti, hanno rimesso ufficialmente il loro mandato nelle mani di Gianni Alemanno, in quanto candidati alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Lazio. Ringraziamenti del sindaco, consenso unanime dei dimissionari felici come una Pasqua, baci e abbracci. Ma la sceneggiata non si chiude qui perché il sindaco, in nome di una “trasparenza” repentinamente assurta in cima ai suoi pensieri dopo tanti anni di opacità, ha invitato alle dimissioni anche i Presidenti di Municipio Fabio Bellini (XVI) e Antonella De Giusti (XVII) a loro volta candidati alla Pisana. Apriti cielo. Già i mugugni degli assessori dimissionari stavano creando un certo subbuglio nei segreti palazzi capitolini. Insomma, i tre, oggi giulivi, appena ieri baccagliavano contro il loro colleghi alla Regione, Di Paoloantonio, Cangemi e Malcotti, loro pure in corsa per la Pisana ma ben inchiodati alle poltrone assessoriali sino al 26 febbraio.
Di fronte alle rimostranze dei tre assassori capitolini, il sindaco una pezza ce l’ha messa trovando altri/e assessori graditi/e ai dimissionari e soprattutto ad Augello e Rampelli. Ma ai due presidenti di municipio non è proprio andata giù tanto che dal loro posto non schiodano. Si apre così una fumosa polemica elettorale con il Pd. «Anche i vostri candidati si debbono dimettere» dicono scandalizzati dal pdl, che con abile artificio dialettico rivoltano la frittata quasi il povero Alemanno avesse dovuto subire una sorta di diktat da sinistra.
Faccenda che appare sfacciatamente improbabile, dati i tempi. Ma fra le varie dichiarazioni dei soliti tromboni del Pdl, per lo più osannanti alla decisione di Alemanno, spicca quella dell’on Barbara Saltamartini la quale accusa i Presidenti del XVII e XVI Municipio oltre che di arroganza anche di inaffidabilità politica. Eppure l’onorevole, che da tempi immemorabili sostiene Alemanno, poteva ben spezzare una lancia per le dimissioni dei tre assessori regionali in carica. Giusto per mettere pace ed accontentare un po’ tutti. Se non fosse che al cuor non si comanda soprattutto quando uno di quei tre è quel quel Pietro Di Paoloantonio (detto Di Paolo) felicemente coniugato con Barbara, la fustigatrice di minisindaci. Due pesi e due misure? Mannò, è l’aria della Cristoforo Colombo che rende tutti più degni di governare anche dopo cinque mesi dalle dimissioni di Renata Polverini. Lei che doveva cacciare tutti e invece assicuratasi il seggio alla Camera, ha inzeppato le liste di Storace con tanti suoi sodali.
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