Rompicapo Malagrotta

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Renata Polverini deve essere rimasta scioccata di quanto accaduto con il Piano casa e così mette le mani avanti anche per il Piano dei rifiuti, tanto da pretendere dal ministro per i Rapporti con le regioni Fitto l'apertura immediata di un tavolo di confronto. Lo ha detto a margine della conferenza unificata Stato Regioni. «Dato che anche su questa materia abbiamo attualmente in commissione al Consiglio regionale la discussione sul piano – ha dichiarato – e abbiamo già concordato, con la commissione Europea, le eventuali modifiche, credo che a questo punto sia necessario che ci sia un percorso condiviso. Lo pretendo perché non voglio incorrere di nuovo in un problema di difficile gestione. Quindi anche su questo, nelle prossime ore, apriremo un tavolo di confronto così ognuno si assumerà le proprie responsabilità». 

Precauzione più che motivata per evitare ricorsi e controricorsi sulle decisioni del prefetto/commissario Pecoraro che potrebbero venire proprio dalle popolazioni e dalle istituzioni che ieri hanno avuto udienza in Consiglio regionale. Assenti solo (si fa per dire) il commissario stesso e l'assessore competente Pietro Di Paolantonio (vedi pag 19). Su tutta la vicenda incombe tuttavia ancora il problema della definitiva chiusura della mega discarica di Malagrotta, che per il sindaco Gianni Alemanno potrebbe slittare ancora nonostante la Regione ne abbia decretato la chiusura per fine anno. «E' difficile pensare che Malagrotta possa chiudere entro l'anno – ha detto –  perché i siti alternativi sono in preparazione, il mese più probabile per la sua chiusura sembra essere marzo, da questo punto di vista aspettiamo le decisioni del prefetto». Anche la presidente della Regione Renata Polverini, che a fine settembre aveva sostenuto «oltre il 31 dicembre non è più possibile fare proroghe», ieri ha corretto il tiro parlando di una «decisione che può prendere soltanto il prefetto», il quale poco tempo fa «ha detto che probabilmente si poteva andare di qualche settimana oltre la scadenza di fine anno. Però – ha aggiunto – è una decisione che può prendere soltanto lui». Il sindaco ha anche ribadito che «Malagrotta è una vergogna che dura da 40 anni» e che «entro marzo deve chiudere senza veti incrociati sui siti». Infine, Alemanno ha ricordato l'obiettivo del Piano rifiuti: «Entro il 2012 il nostro impegno è far scomparire da Roma il conferimento dei rifiuti al tal quale».

Se si pensa che il Consiglio regionale lombardo, come ha pubblicato ieri questo giornale nella sua cronaca milanese, si prefigge un obiettivo per la raccolta differenziata del 65% entro lo stesso anno, ci si rende conto di quanto le affermazioni del sindaco siano affrettate, soprattutto su materie ormai delegate al prefetto e alla Regione. Certamente l'ex ad di Ama Franco Panzironi si sarebbe ben guardato dal definire Malagrotta una "vergogna", consapevole che l'avvocato Cerroni, proprietario di quella discarica, ha ancora qualche carta da giocare in tutta la partita regionale dei rifiuti. Non a caso Panzironi aveva sottoscritto un protocollo con il ministro della Difesa La Russa, non più di due anni fa, per l'allocazione di quella discarica nei siti militari della Tolfa. Progetto abortito più che per l'opposizione delle popolazioni locali, per la debolezza stessa di Alemanno che in tre anni non è riuscito ad avere alcun peso in tutta la complessa vicenda dei rifiuti e tanto meno una strategia. Se poi Panzironi è stato rimosso dalla poltrona di ad dell'Ama lo si deve certo ai giochi interni delle correnti pidielline di Roma in continua rissa, ma anche anche alla cattiva coscienza del sindaco,, che ha scaricato senza tanti scrupoli uno dei suoi fedelissimi.

lg

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