Dopo aver atteso tutta la giornata di ieri, a tarda sera l'assessore alla Mobilità di Roma Capitale Antonello Aurigemma si è espresso sulla «sperimentazione di cui si parla in alcuni organi di stampa», laddove per alcuni organi di stampa si intende l'innominabile "Cinque Giorni", che è stato l'unico giornale a dare tale notizia. In verità il comunicato del solerte assessore ribadisce quanto riportato in quell'articolo parlando di una sperimentazione «richiesta e coordinata dalla società Roma Metropolitane nell'ambito dei lavori per l'impianto di segnalamento della nuova linea B1. Detta sperimentazione ha riguardato 2 boe: una boa di banchina (usata per il riconoscimento del lato della banchina sul quale aprire le porte) e una boa di segnale (usata per l'arresto in caso di mancato rispetto del segnale disposto a rosso). Entrambe le boe, dopo una serie di test effettuati sul binario di prova del deposito di Magliana, sono state installate per un solo giorno in corrispondenza della stazione di Garbatella. Personale tecnico di Atac è stato presente per tutto l'arco della sperimentazione al fine, in caso di eventuali anomalie, di ripristinare immediatamente la situazione precedente. Quanto sopra esposto ha garantito comunque l'assoluta sicurezza dell'esercizio ferroviario. Allo stato attuale sono in corso di definizione e di successiva attuazione le attività di omologazione». Grazie tante, non per vantarci ma forse il nostro quotidiano era stato addirittura più dettagliato nel fornire tale informazione.
Quello che l'assessore non ha colto da quell'articolo, come invece ha fatto l'opposizione del Pd da Foschi a Valeriani, da Miccoli a Nanni, è che quella sperimentazione doveva essere preventivamente richiesta al ministero dei Trasporti sulla scorta del Dpr 753 dell'11/7/80, che prevede che ogni variazione apposta anche temporaneamente alle strutture su ferro, qualunque ne sia il gestore, debba ottenere la suddetta autorizzazione. Tanto che gli esperti ci hanno spiegato che questa autorizzazione viene discrezionalmente concessa nei tempi decisi dal ministero che partecipa con i suoi tecnici alla "sperimentazione" in condizioni di massima sicurezza e soprattutto quando il servizio di linea non è attivo. Forti del parere degli esperti ci chiedevamo allora cosa avesse spinto Atac a saltare un passaggio dovuto e quali fossero le ragioni, scusate il termine, di tanta prescia. Che poi l'assessore ci assicuri che la sperimentazione sia avvenuta con le dovute garanzie di sicurezza per i passeggeri ci sembra il minimo, ma se quella legge è ancora in vigore, e ci pare proprio, il legislatore deve pur avere avuto i suoi buoni motivi. E' questa la risposta che l'assessore deve dare non tanto a noi, ma alla pubblica opinione e soprattutto all'utenza: quel Dpr è stato rispettato o no? E se non è stato rispettato quali sono le ragioni cogenti di tale omissione? Insomma, se chiediamo dove vai, non ameremmo sentirci rispondere "porto pesci"".
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