Usb contesta il piano industriale

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L'Unione sindacale di base (Usb) mette duramente sotto accusa il piano industriale elaborato dalla Cotral che sarebbe basato quasi integralmente sull’aumento carichi di lavoro e sull'esternalizzazione dei servizi. Così «con questa moneta la società di trasporto pubblico locale "ricompensa" il rifinanziamento di 27 milioni di euro recentemente ricevuto dalla Regione Lazio», osserva Roberto Cortese, Usb esecutivo nazionale. «Un tentativo decisamente rozzo», sostiene il sindacalista, con cui si eviterebbe di affrontare i problemi che hanno trasformato l'azienda «nel tipico carrozzone in rovina, aggredito dagli interessi della politica e da una moltitudine di appalti che hanno arricchito questo o quel privato».

Esemplare sarebbe la gestione delle manutenzioni, che nonostante i numerosi progetti di poli manutentivi, nei quali avrebbero dovuto essere coinvolte tutte le società di trasporto pubblico locale della Regione, si è ridotta «a utilizzare il solito metodo, e sicuramente più costoso, dell’appalto». Più di un anno fa è stato infatti costituito uno staff interno all’azienda che avrebbe dovuto fare luce sui rapporti con le varie società appaltatrici. «Una approfondita inchiesta – aggiunge Cortese – che sembra aver toccato il vivo dei vari interessi nei rapporti tra Cotral e le varie società appaltatrici, di cui tuttavia non si conoscono ancora le conseguenze». Il problema per l'Usb è che in tutte le manovre di risanamento la ricaduta delle gestioni, poco attente e/o poco serie, sia sempre e comunque a discapito della sicurezza de servizio, dei lavoratori e degli utenti e mai «venga fatta luce sulle responsabilità dei vertici aziendali. Rendere trasparenti le società pubbliche in quanto bene comune, in quanto fornitrici di un servizio essenziale per la collettività, è per noi un atto di responsabilità sociale che pretendiamo come lavoratori, come utenti e come cittadini», conclude Cortese. 

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