I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno sequestrato, all'interno di una lussuosa villa a Zagarolo, 21 reperti archeologici di rilevante interesse, risalenti ai primi tre secoli avanti Cristo e dopo Cristo, di cui non era stato denunciato il possesso alla sovrintendenza. Dopo diversi mesi di indagine, i finanzieri hanno scoperto tronchi e porzioni di colonne, frammenti di panneggio di statua, porzioni di cornici di porte con ricche modanature e un sarcofago in peperino del III Secolo a.C.
Gli oggetti costituivano la collezione privata del proprietario della villa e ornavano sia gli interni sia gli esterni dell'abitazione. Alcuni reperti si trovavano sui muri di cinta della villa, bene in vista dalla strada: due frammenti scultorei, uno dei quali raffigurante una gamba con tronco ispirata a una 'Diana cacciatrice' erano stati addirittura incastonati nelle mura della casa. Secondo la sovrintendenza, i reperti provengono da diversi contesti dell'area tiburtina, tra la fine dell'età Repubblicana e la piena età Imperiale delle ville rustiche e residenziali dell'epoca.
Considerata l'importanza del ritrovamento, la sovrintendenza ha chiesto all'autorità giudiziaria di disporre la rimozione dei reperti a spese del proprietario della villa e l'assegnazione per il restauro e la loro eventuale musealizzazione. Il responsabile è stato denunciato per reati riguardanti la tutela del patrimonio archeologico.