Così come il rating dell’Italia aveva subito un declassamento da parte di Standard and Poor’s, anche la Provincia di Roma ha subito lo stesso destino, insieme ad altri enti locali italiani. Dalla precedente valutazione di A+, l’agenzia di rating ha fatto sapere di aver abbassato ad A e mantenuto l’outlook negativo.
Si tratta di un “atto dovuto” perché “in base alla metodologia di analisi di Standard and Poor’s – dichiara Antonio Rosati, assessore al bilancio della Provincia – l'agenzia 'limita il rating degli enti locali e regionali al rating del rispettivo ente sovrano”, quindi il rating degli enti locali non può essere superiore a quello dello stato.
“Le prospettive negative sul rating della Provincia di Roma, come specifica Standard & Poor's – continua Rosati – riflettono le prospettive sulla Repubblica Italiana. Per questo, nonostante la nostra certificata solidità finanziaria, ci preoccupa la stima del tasso di crescita dell'Italia, attualmente troppo bassa, e ribadiamo ancora una volta la necessità di allentare i vincoli del Patto di stabilità che non ci permettono di investire gli oltre 250 milioni di euro che abbiamo in cassa”.
Le altre amministrazioni che hanno subito la stessa sorte sono: la città di Bologna, la provincia di Mantova, la regione Marche, la regione Sicilia, la regione Emilia-Romagna, la regione autonoma del Friuli-Venezia Giulia, la città di Genova, la regione Liguria, la città di Milano e la regione Umbria. Rivisto da stabile a negativo l'outlook della città di Torino, mentre resta invariato il rating di lungo termine ad A. S&P ha annunciato inoltre di aver declassato il rating di lungo termine sui titoli emessi dalla regione Umbria con scadenza al 2017, 2018 e 2019, dalla regione Marche con scadenza al 2018 e dalla regione Sicilia con scadenza nel 2016.