II pronto soccorso del Lazio sono in tilt e aumentano i decessi tra coloro che vi arrivano con patologie meno gravi. A denunciare il tracollo e le gravi conseguenze sono i medici del S. Camillo aderenti all’Anaoo-Assomed in un rapporto presentato lo scorso 14 luglio e secondo il gruppo del Pd alla Pisana, passato sotto silenzio. Nelle quattro pagine corredate da grafici si racconta che nel pronto soccorso del più grande e attrezzato ospedale romano le liste di attesa sono raddoppiate come è raddoppiata in un solo anno la mortalità tra i pazienti entrati con patologie meno gravi.
Nel 2005 i decessi di persone classificate con codice verde sono stati 3, nel 2010 27, mentre nel 2011 la previsione dei medici è che saranno 48. Si tratta di cittadini che vanno al pronto soccorso e la cui gravità non viene riconosciuta in tempo utile a causa del caos e della mancanza di personale che regna in tutti i ps degli ospedali del Lazio. Il pronto soccorso ormai è diventato un reparto di degenza. Il personale è allo stremo. Nel 2010, 2280 persone hanno atteso 24 ore prima di essere visitate, nel 2011 i medici ritengono che saranno almeno 4000. Quelli destinati ad aspettare 48 ore nel corso del 2011 sono 1240, mentre 400 saranno destinati a restarvi 72 ore. I medici hanno lanciato l’allarme, il direttore generale ha già preso iniziative per arginare la situazione e chiesto provvedimenti, ma senza risorse e personale non può fare miracoli.
Di fronte alla drammaticità dei dati del S. Camillo il gruppo del Pd al Consiglio regionale chiede che la Commissione sanità regionale avvii subito un ciclo di audizioni con i medici dell’emergenza dei più grandi ospedali romani e del Lazio, che sia ascoltata l’Asp per verificare l’entità del fenomeno a livello regionale al fine di prendere provvedimenti immediati. Inoltre chiede l’intervento delle Commissioni parlamentari presiedute da Orlando e Marino perche si attivino per capire cosa sta accadendo nei grandi Dea della Regione Lazio.