Formigoni nomina l’ad dell’Ama

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Salvatore Cappello, chi era costui? Dubbiosi come Don Abbondio di fronte allo sconosciuto filosofo greco Carneade, ci siamo soffermati meditabondi su questo nome che proprio ieri il Corrierone in cronaca romana sparava quale successore di Panzironi ormai certo all'Ama. Che il quotidiano di via Solferino da un po' di tempo goda di corsie preferenziali in Campidoglio, soprattutto se non solleva troppi casini, ci era giunta voce e quindi se il Corriere dice, il Corriere sa. Salvatore, nel febbraio del 2008, era stato nominato Direttore Generale di Amsa di Milano.

Nato nel 1961, il dott. Cappello si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. In Amsa dal 1990, ha ricoperto gli incarichi di Responsabile del Controllo di Gestione e Direttore di Amministrazione e Controllo. Quello che non sapevamo ancora è che il Cappello avesse fatto armi e bagagli subito dopo la nomina di Sonia Cantoni al vertice dell'Amsa. Se fosse vera la notizia del Corriere avremmo un milanese a Roma che nella capitale lombarda guadagnava 450mila euro anno e ora ne dovrebbe guadagnare solo 350. Ma se Cappello era davvero tanto bravo come direttore generale dell'Asma, perché la Sonia se ne è liberata senza tanti complimenti? Forse in ragione del solito gioco dello spoil system ancor più feroce a sinistra? Possibile poi che la gestione Panzironi abbia fatto terra bruciata al punto che non si trovi un dg de noantri?

Domande lecite se non fosse che Cappelli, ciellino di ferro, e questo il Corrierone lo sa benissimo, salta fuori dal cilindro di Roberto Formigoni al quale Gianni Alemanno si è rivolto per sbarcare il fedelissimo Panzironi. Parrebbe quasi che il sindaco sia colto dalla compulsione di sbaraccare tutti quelli che gli furono sodali affezionati. Oggi Panzironi, ieri Bertucci, domani, si dice addirittura Riccardo Mancini ad dell'EUR che se ne dovrebbe andare a settembre. Si rivolge a Formigoni e tenta di ricucire con Rampelli nominando a presidente dell'AMA, secondo nodo indiscrezioni, Pier Paolo Terranova che con Rampelli ci risulta potrebbe essere imparentato e scontentando ancor di più quella corrente alemanniana che la Saltamartini dovrebbe rimettergli in piedi dal basso, fra i militanti scontenti e delusi. E poi qualcosa in questo convulso rimescolio di carte, qualcosa potrebbe restare anche nelle mani dell'opposizione, magari con qualche delega affidata al successore di Andrini, quel Fiscon nient'affatto sgradito a sinistra.

osì Alemanno forte dei sondaggi quasi giornalieri che Crespi gli somministra, spappola la sua corrente e forse speranzoso guarda lontano, oltre le mura aureliane, ai vertici nazionali del Pdl. Chissà mai che Giorgia Meloni lo batta alle primarie del suo partito per la candidatura a sindaco nel 2013, liberandolo dall'incubo di governare Roma.  

Giuliano Longo 

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