Mentre cade l’ultimo diaframma del “pozzo di San Giovanni” della linea C della metropolitana e termina lo scavo dei 19 chilometri delle due gallerie tra Giardinetti e San Giovanni, il 2 luglio il sindaco Gianni Alemanno ha colto al volo l’occasione per fare un sopralluogo alla nuova linea, percorrendo su un convoglio automatizzato la tratta completata fino al capolinea di Monte Compatri/Pantano Borghese. Ad accompagnarlo il presidente e l’ad di Roma metropolitane, Ascarelli e Bortoli, oltre a rappresentanti di Astaldi, la capofila del progetto, e all’assessore alla Mobilità Aurigemma, con uno stuolo di giornalisti di fiducia (come sempre Cinque Giorni non è stato invitato). «Sarà la prima linea metropolitana in Italia senza conducente e in funzione 24 ore su 24 – ha dichiarato sul suo blog Alemanno -. Un’opera che a breve sarà conclusa e al servizio della città di Roma. Entro il 2013 la rete della Metro sarà incrementata di oltre il 50%. Poi seguiranno i prolungamenti delle linee A, B e B1, a conferma che la nostra è l’Amministrazione del fare e che doterà finalmente Roma di quelle infrastrutture attese da troppo tempo».
Il sindaco si è soffermato sullo sforzo dell’Amministrazione per trovare i soldi mancanti, anche a causa dell’aumento dei costi per i sondaggi archeologici. «Cosa peraltro ampiamente prevedibile in fase progettuale», dicono dal comitato Celio, uno dei più agguerriti e preparati, tra docenti e liberi professionisti del settore. E mentre il sindaco si dilunga a parlare di questa infrastruttura che «potrebbe liberare interi quartieri dal traffico e dall’inquinamento», riemerge l’annosa problematica del reperimento dei fondi per il completamento fino a Farnesina. Perché se il primo tratto Monte Compatri/Pantano B. – Centocelle sarà in servizio entro fine 2012 e quello fino alla stazione “Lodi” entro il primo semestre 2013, si dovrebbe partire con San Giovanni entro il secondo semestre del 2013. Ma anche se entro fine 2011 dovrebbero partire i lavori per le stazioni della tratta S.Giovanni – Colosseo, che secondo le previsioni si potrebbe completare in 4 anni, ancora buio fondo sulla tratta da Colosseo a Farnesina, sia per l’avversione dei molti comitati locali anche sul nuovo percorso, che per la mancanza di finanziamenti pubblici. Qui ritorna il discorso del “Project financing”, quel sistema di finanza creativa per fare le opere pubbliche con i soldi dei privati quando le casse sono a secco. Tanto è vero che nell’offerta oltre a dare in gestione le infrastrutture di stazione si potrebbe dare anche quest’altra opportunità, che con le nuove cubature previste in cambio, chiuderebbe il cerchio. Ma si potrebbe “aggiustare” meglio la cosa. Magari con un bell’accordo di programma e fare “qualcosina in più”. «La nostra è la giunta del fare», avrebbe dichiarato Alemanno a fine visita. Anche Letizia Moratti amava parlare del governo di Milano in questi termini. Prima della scoppola elettorale presa da Pisapia.
Maurizio Ceccaioni