Renata Polverini aveva annunciato che la scelta del sito alternativo alla mega discarica di Malagrotta sarebbe avvenuta entro pochi giorni, ma qualcosa non sta funzionando per il verso giusto tanto che dopo la presentazione a Ostia del piano "estate sicura" ha dovuto ammettere con i giornalisti presenti la possibilità di «un'ulteriore, eventuale, proroga per la discarica di Malagrotta». Infatti l'ultima proroga concessa scade a fine giugno così potrebbe essere prolungata fino al 31 di dicembre 2011. La presidente ha anche annunciato di aver buoni motivi per immaginare che la serrata delle società per lo smaltimento aderenti alla Federlazio «verrà scongiurata».
Il problema vero è che il piano dei rifiuti sul tavolo da alcuni mesi, non solo dovrà passare il vaglio del Consiglio regionale ma deve essere ancora definito a causa delle zoppicanti formulazioni contestate dagli organismi di controllo ambientale che ne hanno intralciato l'avvio. Rabbonire invece gli operatori nel settore dello smaltimento dei rifiuti a livello regionale fra i quali spiccano le società dell'avvocato Cerroni sparse in tutto il Lazio, non dovrebbe essere una operazione difficile, soprattutto se la Regione si farà in qualche modo garante dei debiti accumulati da molti comuni nei confronti delle imprese, tanto più che la serrata viene regolarmente annunciata da qualche anno a ridosso di ogni estate, senza che poi la minaccia prenda corpo. Le ripetute proroghe per Malagrotta stanno invece allarmando le popolazioni ed i comitati locali che da anni si battono per la sua chiusura, ma preoccupano anche il comune di Riano (vedi pag 18) che teme di essere esposto alla scelta delle sue cave per ospitare la monnezza di Roma.
Non è comunque casuale che l'avvocato, che di recente ha illustrato il piano di bonifica della sua mega discarica che risulta giacere nei suoi cassetti da almeno quattro anni, abbia sempre affermato che con opportuni accorgimenti quella discarica può reggere ancora per anni, se non fosse che tale scelta andrebbe direttamente in contesto con le direttive europee. Pare quindi che rispetto al piano Marrazzo, presentato qualche mese prima delle dimissioni del presidente e che è stato per grandi linee ricompreso in quello dell'assessore Di Paolo, non si siano stati fatti grandi passi in avanti. Anzi si ha l'impressione che si siano persi quasi due anni. Renata Polverini ha recentemente escluso l'ipotesi del commissariamento sulla questione rifiuti, dichiarando di poter disporre di tutti gli strumenti ordinari per risolvere l'intricato nodo, forte peraltro del fatto che non esiste una emergenza vera e propria. Se è vero che il Lazio è ben lontano dai rischi della Campania, sempre strumentalmente evocati dai fautori dei bruciatori a go go, è altrettanto vero che i bassi livelli nella raccolta differenziata, in particolare a Roma, e l'impossibilità di portare a regime gli impianti esistenti di lavorazione e smaltimento nonché il blocco del gassificatore di Albano da parte del Tar, possono gradualmente incidere su un equilibrio nello smaltimento che non dovrebbe consentirsi ulteriori ritardi.
Se poi la proroga per Malagrotta venisse decisa, come pare, per fine anno resta il dubbio che Renata Polverini si stia dando tempo ancora per sei mesi per risolvere il problema. Se prioritaria diviene la decisione per la scelta del nuovo sito che la presidente ha rivendicato a sé anche in contrasto con le ipotesi, talora fantasiose del sindaco Alemanno e dell'ad Ama Panzironi, è anche vero che di quel tavolo inter-istituzionale fra Regione, Provincia e Comune di Roma non si sente nemmeno più parlare. L'estate è qui, poi c'è agosto con l'inevitabile pausa feriale che si protrae sino alla metà di settembre. Possibile che il decisionismo di Renata Polverini finisca per naufragare nelle obsolete tattiche dilatorie? Forse anche la Pisana dovrebbe battere i pugni sul tavolo in nome della trasparenza.
Giuliano Longo