L’ex-deposito Atac di via Alessandro Severo, a S.Paolo, è stato occupato questa mattina, da alcune centinaia di attivisti dei «movimenti per il diritto all'abitare» e «Roma Bene Comune». Uno di loro, Luca Faggiano ha spiegato: «Chiediamo che il Comune ritiri la delibera 35 sulla vendita degli immobili Atac. Quest'operazione, che riguarda 15 depositi come questo sparsi nella città, il Comune la mette in atto per rattoppare i buchi di bilancio dell'Atac ma secondo noi non servirà a niente e avrà invece un impatto devastante da un punto di vista urbanistico per il rischio che i privati futuri acquirenti trasformino questi spazi in speculazioni commerciali. E invece, a Roma, servono case popolari, servizi per il sociale che possano essere utilizzati dai cittadini».
«È giusta la protesta dei movimenti per il diritto all'abitare che questa mattina hanno occupato il deposito Atac di San Paolo contro la svendita del patrimonio immobiliare dell'azienda municipalizzata del Comune di Roma – ha commentato il consigliere provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, Gianluca Peciola – È un contro senso deliberare la vendita del patrimonio di Atac senza l'approvazione prima di un piano industriale, condiviso con i Municipi interessati e la cittadinanza, che definisca la destinazione delle risorse provenienti dalla patrimonializzazione e dalla valorizzazione».
Per Andrea Catarci, presidente del Municipio XI «I vertici dell'Azienda e la Giunta Alemanno, cioè, dopo averne causato l'attuale stato comatoso si accingono a svendere il patrimonio immobiliare. Per renderlo più appetibile prevedono il moltiplicarsi delle cubature attuali, la riduzione dei servizi per i cittadini e l'aumento dell'edilizia privata, escludendo da ogni ambito decisionale tanto i Municipi che la cittadinanza e senza neanche rispettare i paletti del PRG (art. 84), in particolare sull'individuazione delle funzioni da inserire avendo cura di guardare la compatibilità con l'intorno». «Il deposito – ha concluso Catarci – può e deve rappresentare una grande opportunità per migliorare la qualità della vita del quartiere e gli equilibri formalizzati nel 2004, non il secolo scorso, vanno rispettati: è questo che è stato riaffermato con l'occupazione odierna da parte dei giovani del territorio e i Roma Bene Comune. Il Municipio XI propone di ritirare immediatamente l'indecente proposta e di avviare il processo partecipativo per decidere come utilizzare il deposito di Via Severo nell'interesse della collettività e non dei soliti noti».