Alemanno questa volta vola davvero alto. Fuori dalle parentopoli, dai Panzironi, dai segretari invadenti alla Lucarelli, addirittura oltre i fedelissimi clacqueurs de “er popolo de Roma” e dei guerrieri di Casa Pound. Gianni vola ormai verso la leadership nazionale del partito dell’Amore, quel Pdl che chiede a gran voce addirittura congressi e primarie. La mèta agognata è finalmente a portata di mano: succedere a Berlusconi. Da tempo il sindaco tramava per scalfire l’immagine dello sciagurato Fini e prenderne finalmente il posto nel cuore del Cavaliere che sino ad oggi lo guardava con distaccata indifferenza. A
risollevare l’animo sfiduciato e deluso del sindaco ci ha pensato il suo spin doctor, quel Luigi Crespi che gli fu presentato da una nota conduttrice di Rai Uno e che ora gli scodella un sondaggio che sembra fatto su misura per lui. Infatti il 21% del campione degli intervistati vede il successore di Berlusconi in Angelino Alfano, seguito a ruota proprio da Gianni nostro e distaccato Roberto Formigoni. Si piazzano sul podio, col 18%. Roberto Maroni e appena con il 7% Giulio Tremonti. Insomma Alemanno, oggi a Washington per affari, straccia addirittura lo spocchioso Tremonti e si colloca ad una sola incollatura da Angelino che è molto meno simpatico di lui. Nel frattempo Luigi Crespi, per il quale i pm di Milano chiedono 8 anni di reclusione nell'ambito del processo milanese sul fallimento di Hdc, la sua holding della comunicazione, sta elaborando le strategie di immagine per il sindaco.
Così pare si sia consultato subito con un altro spin doctor di successo, l’ex dalemiano Velardi, piuttosto abbacchiato dopo la sconfitta di Lettieri, suo cliente a Napoli. Velardi avrebbe suggerito al collega di adottare la cosiddetta strategia “Polverini”. Slogan di sinistra per il popolo di destra, qualche parolaccia ogni tanto e tanta, tanta volgarità plebea per conquistare macellari, vecchiette, casalinghe insoddisfatte ed evasori fiscali che sono la spina dorsale del Pdl. Poi immediato recupero dei rapporti con il Vaticano, cene con la Marcegaglia e Marchionne, visite pastorali nelle periferie di tutt’Italia e soprattutto un look più accettabile alla curva dell’Olimpico, jeans sdruciti attillatissimi e giacchetta rossa. Insomma qualcosa di meno funereo del suo attuale abbigliamento. E se Dio gliela manda buona Alemanno può anche contare sulle elezioni anticipate che gli risparmierebbero una batosta alla Moratti nel 2013. Andate tutti a…nemici interni, da Rampelli a Giro a Renata Polverini, «rimanete tutti -sembra dire – nel vostro nauseabondo brodo romano, perché io, Alemanno, se va proprio male, vado a fare il vice di Angelino». Che poi e come dire il vice del vice di Berlusconi che tanto non lo scalza nessuno. Diciamolo pure, Gianni se lo meriterebbe proprio questo salto dopo tante amarezze, anche se lascerà nel cuore dei suoi concittadini un vuoto incolmabile.
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