E’ destinato a far discutere l’ingresso di Atac in Unindustria, l'associazione guidata da Aurelio Regina. La notizia è stata riportata ieri dal Corriere della Sera e la decisione, che riguarda una delle più grandi aziende municipalizzate romane, sembra sia maturata nel periodo in cui amministratore delegato dell'azienda era Maurizio Basile, poi dimissionario, e confermata successivamente dall'attuale ad Carlo Tosti. E’ bene ricordare che l'Atac non è l'unica azienda municipalizzata a far parte di Unindustria, infatti, nel 2008 entrò anche Acea, la quale però è un’azienda che agisce direttamente sul mercato ed è quotata in borsa. Dunque, la strategia di Regina si sostanzia in un progetto ambizioso che punta al coinvolgimento diretto delle grandi imprese municipalizzate per creare sinergie con il tessuto delle Pmi romane, e perché no, anche con i grandi gruppi privati. Certamente le nozze con Unindustria sono una bella “iniezione di fiducia” per una società squassata dal caso Parentopoli, piena di debiti e ancora senza un piano industriale. Secondo Marco Miccoli, segretario del Pd Roma, «l'ingresso di Atac in Unindustria è un'iniziativa stravagante e anche costosa per le tasche dei cittadini romani», infatti, le quote in Unindustria sono proporzionali ai dipendenti e l’azienda ne ha oltre 12.000.
«Non si comprende il motivo per cui un'azienda municipalizzata che non opera in un mercato concorrenziale debba entrare in un'associazione di realtà imprenditoriali che invece operano in tale regime», ha ribadito Miccoli. Anche Valeriani, consigliere comunale Pd, si interroga sull’utilità di questa operazione. «L’Atac, come tutte le municipalizzate che erogano servizi di interesse generale, aderisce a Confservizi e in quel contesto si affrontano non solo le tematiche aziendali, ma si sviluppano sinergie per migliorare la qualità dei servizi pubblici che le aziende aderenti debbono garantire alla cittadinanza». Severo il giudizio dell'assessore al Lavoro della Provincia di Roma Smeriglio rispetto all’avvio di un possibile processo di privatizzazione dell’Atac con l’ingresso in Unindustria: «Penso che sia fantapolitica. In ogni caso – prosegue – la città saprebbe reagire in maniera drastica a una privatizzazione del trasporto pubblico urbano». E aggiunge: «Lasciatemi dire che non so quale imprenditore privato sarebbe disposto a entrare in un'azienda che negli ultimi due anni ha assunto oltre 800 impiegati a chiamata diretta, e invece avrebbe bisogno di autisti». Insomma, nonostante l’adesione a Unindustria i problemi da risolvere per Atac sembrano essere ancora moltissimi, a partire dal risanamento con il varo del nuovo piano industriale. Nessuna risposta è ancora arrivata dai nuovi vertici e tutto tace dal Campidoglio.