La storia non è certo edificante perché le persone vengono identificate con un marchio generalmente nei campi di concentramento o in schiavitù. Tuttavia a molti, fra i quali il presidente della camera di Commercio Pambianchi e alla destra più razzista piace che l'altro ieri i vigili urbani abbiano messo un braccialetto di carta al polso degli immigrati venditori abusivi. Con su stampigliati cinque numeri. Ad applicarlo, durante un’operazione antiabusivismo nel centro storico di Roma, gli agenti del I Gruppo della Polizia Municipale. «I bracciali ci permettono di identificare questi venditori con la merce che abbiamo loro sequestrato, è un sistema di garanzia», si è limitato a spiegare a caldo il comandante del gruppo Stefano Napoli. Ma questa novità quasi aberrante è stata scoperta dalle associazioni che si occupano di immigrati suscitando una immediata reazione.
Plaude il presidente della Confcommercio, Cesare Pambianchi: «Ben vengano tutti i provvedimenti utili a debellare il fenomeno della vendita illecita di merce contraffatta in tutte le sue forme, e dunque anche il ricorso al braccialetto numerico, se necessario» come se ormai fossero solo i "vù cumprà" a sdraiare il commercio capitolino e non una crisi dei consumi della quale non si vede ancora sbocco. La pensa diversamente la Comunità di Sant'Egidio che con Daniela Pompei vorrebbe proprio sapere «a quale legislazione appartenga questa novità, che non ci risulta in nessuna normativa…». Decisamente più dura la reazione della Cgil, che in una nota del segretario Claudio Di Beradino parla di un grave "esperimento" e di un'immagine che rievoca rastrellamenti «che non fanno onore alla storia di una città aperta come la nostra». «L'immigrazione non va affrontata con la repressione e con le cacciate – ha proseguito il sindacalista – ma con una politica di sicurezze. Invitiamo pertanto il sindaco e le prefetture ad accertare se ci troviamo di fronte ad una irregolarità e ad una lesione della dignità umana». Ma al fondo di tale iniziativa vi è anche un buon margine di superficialità, improvvisazione e scarsa attenzione ai diritti, anche a quelli degli abusivi che qualcuno vorrebbe eliminare dalla faccia della terra.
Il comandante della polizia municipale Angelo Giuliani si è giustificato così: «E’ la legge che impone che non si faccia confusione. Quello è solo un braccialetto temporaneo di carta come si fa negli ospedali, per non commettere errori. Proprio nell’interesse degli immigrati in questione». E aggiunge: «E’ stato adottato un segno non invasivo, non drammatizziamo. Ma per chi ci avete preso? Abbiamo adottato una disposizione interna». Appunto, in quanti hanno agito nella storia per ordini superiori?
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